Un lungo cammeo chiamato Violetta

Il debutto romano di Angela Gheorghiu in una "Traviata" natalizia al Teatro Argentina.

Recensione
classica
Fondazione Arts Academy Roma
Giuseppe Verdi
27 Dicembre 2003
Non si entra mai all'Argentina di Roma ad ascoltare un'opera senza una qualche emozione: in questo bellissimo teatro hanno visto la luce veri capolavori del melodramma italiano, e nonostante che l'orrida moquette rossa sul parquet e la cementificazione della buca d'orchestra ne stordiscano l'acustica, quando qui si fa teatro musicale un brivido c'è sempre. A farcelo passare è bastata l'ouverture della "Traviata" diretta da Francesco La Vecchia, con l'Orchestra Sinfonica Giovanile che sfoggiava quell'intonazione incerta, segno purtroppo distintivo del pressappochismo di molte orchestre italiane. Alla mancanza di visione d'insieme, la direzione di La Vecchia ha assommato l'insufficiente concertazione, che ha raggiunto esisti esemplari nel concertato a chiusura del secondo atto ascoltato per la prima volta in chiave d'opera buffa; nonché una certa rigidità ritmica, pur schiacciata su ritmi sempre veloci. D'altronde a questa prima si veniva soprattutto per il debutto romano del soprano rumeno Angela Gheorghiu, alle prese col ruolo che l'ha resa una star del bel canto internazionale. La Gheorghiu fa la "sua" Violetta cantando bene e scendendo alcune volte dalla voce impostata verso un canto più verista: in un paio d'occasioni ai limiti del parlato. E la lunghezza della parte non toglie l'estraneità al resto, tipica del cammeo. Nel resto del cast c'era Marius Brenciu, bella e istruita la voce ma lui troppo posato per uno dei più ingrati ruoli del teatro verdiano, quello di Alfredo; il mestiere di Ambrogio Maestri ha messo in piedi un Giorgio Germont credibile ma senza il veleno del terribile padre di Alfredo. Più che minimalista la scenografia; la routinaria regia offre un'unica zampata alla fine del primo atto: gli invitati della festa –il coro che si è ben portato– cantano "Si ridesta in ciel l'aurora" acquattati per terra. Confuso dalla sua stessa idea, Paolo Panizza li fa subito alzare e circondare la protagonista.

Interpreti: Violetta Valery, ANGELA GHEORGHIU, FIORELLA BURATO, SVETLANA DONEVA; Flora Bervoix: MILENA JOSIPOVIC; Annina, LOREDANA BIGI; Alfredo Germont, MARIUS BRENCIU S, CLAUDIO DI SEGNI; Giorgio Germont, AMBROGIO MAESTRI, ANTONIO SALVADORI; Gastone, PIERLUIGI PAOLUCCI; Il Barone Douphol, MASSIMO PEZZUTTI; Il Marchese d'Obigny, ALESSANDRO CALAMAI; Il Dottor Grenvil, ROMANO MARTINUZZI  

Regia: Paolo Panizza

Corpo di Ballo: Corpo di Ballo dell'Accademia Nazionale di Danza

Orchestra: Orchestra Sinfonica Giovanile di Roma

Direttore: Francesco La Vecchia

Coro: Coro Lirico Sinfonico Romano

Maestro Coro: Stefano Cucci

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