Un Eugene Onegin senza direzione

Dmitri Hvorostovsky offre una forte caratterizzazione del carattere di Onegin in una nuova produzione alla Royal Opera House

Recensione
classica
Royal Opera House (ROH) Londra
Pëtr Ilic Cajkovskij
16 Marzo 2006
Con questa nuova produzione di Eugene Onegin il regista Steven Pimlott faceva il suo debutto al Covent Garden, debutto che tuttavia lascia abbastanza perplessi. Pimlott ha grande esperienza in teatro, ma la sua lettura del lavoro sembra mancare di direzione, confusa tra realismo, simbolismo e ironia. Le scene di Antony McDonald non aiutano, e l'azione è fortemente limitata dalla presenza in mezzo al palcoscenico di un laghetto che, ghiacciato per il duello del secondo atto, diventa poi una pista da pattinaggio nel terzo. Un'altro considerevole problema è il fatto che non vi sono pause tra le scene e gli atti, in particolare tra il secondo ed il terzo, ed i personaggi rimangono in scena, quasi sospesi tra gli eventi, a scapito del ritmo drammatico. In tutto ciò, neanche le forti caratterizzazioni dei protagonisti riescono a dare un senso di unità. Dmitri Hvorostovsky si trova perfettamente a suo agio nel ruolo di Onegin, e trasmette con grande efficacia il mutamento interiore causato dall'assassinio di Lensky, anche se il suo timbro lirico sembra limitato nell'uso dei colori vocali. Amanda Roocroft fa proprie l'innocenza e la vulnerabilità di Tatiana, in particolare nella scena della lettera, Nino Surguladze è effervescente nei panni di Olga, e Eric Halfvarson offre un imponente ritratto del Principe Gremin. La scelta di Rolando Villazón per il ruolo di Lensky rimane ambigua: nessuno mette in dubbio le qualità vocali e drammatiche del giovane tenore messicano, ma il repertorio russo non sembrerebbe il più adatto per una voce dai colori tanto latini. La lettura di Philippe Jourdan è inusuale e a volte idiosincratica, ma produce risultati interessanti, e l'orchestra della Royal Opera House vi risponde con grande entusiasmo.

Note: nuovo all. in coproduzione con la Finnish National Opera

Interpreti: Madame Larina: Yvonne Howard/Sarah Pring; Tatiana: Amanda Roocroft; Olga: Nino Surguladze; Filipievna: Susan Gorton; Lensky: Rolando Villazón; Eugene Onegin: Dmitri Hvorostovsky; Prince Gremin: Eric Halfvarson; Zaretsky: Robert Gleadow; M.Triquet: Ryland Davies

Regia: Steven Pimlott

Scene: Antony McDonald; Luci Peter Mumford

Coreografo: Linda Dobell

Direttore: Philippe Jordan

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Successo per Beethoven trascritto da Liszt al Lucca Classica Music Festival

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo

classica

Nuova opera sul dramma dell’emigrazione