Tra Morgan e De André

Musicista straordinario, Morgan. In un affollato Teatro Nazionale, il pubblico ha assistito a un concerto non facile, eppure godibilissimo, vibrante. Bel palco, con una scenografia essenziale, vagamente metafisica. La prima parte dell'esibizione – dedicata al repertorio originale, con brani tratti dal disco d'esordio e diversi inediti che faranno parte del secondo lavoro di prossima uscita – è stata una sorpresa.

Recensione
classica
Teatro Ventaglio Nazionale Milano
Morgan
13 Marzo 2006
Musicista straordinario, Morgan. In un affollato Teatro Nazionale, il pubblico ha assistito a un concerto non facile, eppure godibilissimo, vibrante. Bel palco, con una scenografia essenziale, vagamente metafisica. La prima parte dell'esibizione – dedicata al repertorio originale, con brani tratti dal disco d'esordio dell'artista monzese e diversi inediti che faranno parte del secondo lavoro di prossima uscita – è stata una sorpresa. Accompagnato da musicisti eccezionali, Morgan ha giocato con arrangiamenti mai scontati, vestendo le proprie canzoni con fiati (Enrico Gabrielli ha suonato flauto dritto e traverso, clarinetto basso, sax, melodica), tastiere e sintetizzatori (Daniele "Megaherz" Dupuis si è dedicato all'organo hammond, il theremin, il sintetizzatore monofonico), chitarre elettriche, acustiche e classiche (suonate con sapienza da Marco Carusino). I brani sono strutturalmente inusuali, la psichedelia è dietro l'angolo, il noise ben presente. Eppure c'è equilibrio, c'è stile, c'è misura. La seconda parte del concerto è stata invece dedicata a "Non al denaro non all'amore né al cielo", l'album cult di De André rifatto in disco da Morgan l'anno scorso, che è stato eseguito d'un fiato, come fosse un'opera. Esecuzione impeccabile. Emozionante "Il malato di cuore", coinvolgente "L'ottico", forse il miglior momento della serata. Nelle canzoni di De André poi, Morgan sembra trovare – vocalmente – più sfumature interpretative rispetto ai propri brani, il che potrebbe quasi essere un parodosso. Mai banale, Morgan sa suonare e gli "piace lasciarsi ascoltare". In una serata così gli perdoniamo volentieri anche quel pizzico di civetteria che lo spinge talvolta allo sfoggio esibizionistico delle sue indubbie doti pianistiche. Il tour continua, non perdetevelo.

Interpreti: Morgan (voce, pianoforte, organo Hammond e spinetta), accompagnato sul palco da Le Sagome (Marco Carusino: chitarra, Giovanni Ferrario: bassi, Sergio Carnevale: batteria, Daniele Dupuis: organo/basso,sintetizzatori, theremin, Enrico Gabrielli: clarinetto e flauto traverso)

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Successo per Beethoven trascritto da Liszt al Lucca Classica Music Festival

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo

classica

Nuova opera sul dramma dell’emigrazione