Tosca sulle orme di Raina Kabaivanska

Successo e qualche dissenso per il nuovo allestimento di Tosca al Regio di Parma. Regia funzionale e discreta, poco efficace nel primo atto. Direzione musicale a trtti invadente. Voci adeguate, ma nulla di eccelso, preparate dalla Kabaivanska.

Recensione
classica
Fondazione Teatro Regio di Parma Parma
Giacomo Puccini
15 Febbraio 2002
Penultimo appuntamento in cartellone per la stagione lirica invernale del Teatro Regio di Parma, il nuovo allestimento di Tosca ha proposto una lettura in cui il dato musicale da un lato e quello scenico dall'altro hanno rivelato caratteristiche antitetiche, pur nell'ambito di un indirizzo drammaturgico parallelo e, nell'economia complessiva della rappresentazione, coerente. La visione del capolavoro pucciniano posta in essere sul palcoscenico da Beppe De Tomasi - che ne ha curato regia, scene e costumi - ha mostrato, infatti, un gusto misurato, in cui sia le ambientazioni dei tre atti, sia la caratterizzazione dei personaggi mirava ad una rievocazione ideale del dramma, sulla scorta di una impostazione indirizzata verso una messa in scena dichiaratamente intenta ad evitare un approccio troppo innovativo. I cavalletti da pittore, il cancello della cappella e le canne dell'organo del primo atto, le grandi finestre come sfondo ad alcuni elementi d'arredo del secondo e l'angelo che dominava l'ultimo atto emergevano, su un neutro fondo cupo, quali simboli rispettivamente della chiesa di Sant'Andrea, della stanza di Scarpia a palazzo Farnese e della piattaforma di Castel Sant'Angelo. Pochi ma chiari riferimenti, dunque, che hanno trovato la loro più efficace funzionalità nel secondo e terzo atto, mentre nel primo rimanevano a mezza strada tra il simbolo e la descrizione. Cavaradossi, Scarpia e Tosca hanno agito sul palcoscenico tratteggiando i profili caratteriali dei personaggi in modo adeguato, senza eccedere in una concitazione che sovente trova il proprio alibi nei tratti veristi spesso rivendicati per quest'opera. Un allestimento scenico, insomma, la cui cifra andava ricercata in una linearità univoca e rispettosa. Di segno opposto il dato musicale, caratterizzato dalla conduzione orchestrale di Nicola Luisotti, alla guida dell'orchestra e del coro del Teatro Regio di Parma, in cui il tratto marcato ha a volte posto in secondo piano le voci, specie nel secondo atto, pur riservando oasi di riuscita suggestione nei momenti di più lirica incursione strumentale. Tra gli interpreti vocali - preparati da Raina Kabaivanska che, nell'ultima recita di questo allestimento, vestirà i panni della protagonista per l'addio ad un ruolo che l'ha vista tra le più ispirate interpreti - rileviamo Cesar Hernandez nei panni di un Cavaradossi equilibrato e dotato di buona presenza scenica, e Amarilli Nizza la cui Tosca è parsa vocalmente adeguata e tratteggiata attraverso un'interpretazione efficace. Non pienamente in ruolo lo Scarpia di Gavanelli. Alla fine il folto pubblico ha decretato un caloroso successo a questa "Tosca", venato da qualche dissenso nei confronti della direzione musicale.

Note: nuovo all.

Interpreti: Hernandez, Nizza, Gavanelli

Regia: Beppe De Tomasi

Scene: Beppe De Tomasi

Costumi: Beppe De Tomasi

Orchestra: Orchestra del Teatro Regio di Parma

Direttore: Nicola Luisotti

Coro: Coro del Teatro Regio di Parma

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