Teatro musicale come dolorosa allegoria

Torino: il debutto di Leggenda, lavoro di Solbiati da I fratelli Karamazov

Recensione
classica
Teatro Regio Torino
Alessandro Solbiati
27 Settembre 2011
Lo spazio scenico e segnico immaginato da Stefano Poda per Leggenda, complesso secondo titolo (ma primo progetto) per il teatro musicale di Alessandro Solbiati, scava con notevole effetto visivo dentro opposizioni efficaci (luce/buio, alto/bassorilievo, nudo/coperto etc.) per sbalzare i diversi, telescopici piani del racconto 'en abime' di Dostoevskij, slittante attraverso un piano storico intermedio (l'inquisizione a Siviglia nel '500) fino al tempo-sopra-il-tempo di Cristo nel Deserto. Le parti esterne di questa articolata drammaturgia musicale, ovvero quelle più vicine alla cornice più filosoficamente problematica del racconto, son quelle che meglio funzionano, non tanto in termini di scrittura musicale in sé - sempre assai elaborata e curata, magistrale soprattutto sul versante strumentale - ma proprio nella relazione con la temporalità degli eventi scenici, dotata di un passo rattenuto ma teso che si sposa bene a quelle campiture più ampie della partitura, e meno a quelle discontinue e strenuamente rinnovellate nelle scene centrali. Le quali soffrono un po' anche dello schiacciamento spaziale, nel Teatro Carignano, e non trovano pieno sfogo in una spazialità sonora pur cercata anche attraverso l'apparire fugace di citazioni o innesti stilistici. Sembra emergerne la drammaturgia di un'opera-oratorio, un dramma di concetti quasi allegorico e assoluto (sciolto, nelle fasi più monologanti, perfino dalla sua concretizzazione registica), il cui cerchio può chiudersi - traversate le frastagliate scene centrali - solo col bellissimo, toccante epilogo. In bella evidenza, nel cast, le voci di Alda Caiello, Mark Milhofer, Gianluca Buratto e Laura Catrani; Orchestra e Coro del Teatro Regio sono stati guidati con passione e precisione - a tratti nervosa - da Gianandrea Noseda.

Note: Libretto di Alessandro Solbiati da I fratelli Karamazov di Fëdor Dostoevskij In memoria di Roberto Bosio Musica di Alessandro Solbiati Prima esecuzione assoluta Nuova commissione del Teatro Regio Nell'mabito del Festival MiTo

Interpreti: Ivan Karamazov, tenore: Mark Milhofer Alëša Karamazov, soprano: Alda Caiello Il Grande Inquisitore, baritono: Urban Malmberg Spirito del Non Essere, basso: Gianluca Buratto Una madre, soprano: Laura Catrani Gesù Cristo, mimo: Tomaso Santinon Sestetto vocale soprano Pierina Trivero mezzosoprano Daniela Valdenassi contralto Roberta Garelli tenore Sabino Gaita baritono Marco Sportelli basso Enrico Bava mimi Andrea Baldassarri, Stefano Botti, Nicoletta Cabassi, Michele Liuzzi, Sax Nicosia

Regia: Stefano Poda

Scene: Stefano Poda

Costumi: Stefano Poda

Orchestra: Orchestra del Teatro Regio di Torino

Direttore: Gianandrea Noseda

Coro: Coro del Teatro Regio di Torino

Maestro Coro: Claudio Fenoglio

Luci: Stefano Poda

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Nuova opera sul dramma dell’emigrazione

classica

Napoli: per il Maggio della Musica

classica

Al Theater Basel L’incoronazione di Poppea di Monteverdi e il Requiem di Mozart in versione scenica