A scuola da Lachenmann
L’inaugurazione di Milano Musica con la Filarmonica della Scala diretta da Roberto Abbado
Recensione
classica
La prima impressione è che il teatro sia stracolmo: centinaia di ragazzi in età scolare dentro e fuori la sala che si accalcano tra palchi e gallerie. Non avrebbe potuto avere migliore augurio d’inizio il primo concerto della ventesima edizione di Milano Musica, festival quest’anno dedicato a Helmut Lachenmann e al suo itinerario artistico e teorico. La serata si è aperta con l’esecuzione di Requies di Berio, un brano dei primi anni Ottanta dedicato alla memoria di Cathy Berberian: dallo scintillio di una singola nota, Berio concepisce un affettuosissimo idillio dai toni soffusi che ha calamitato l’attenzione del vociante pubblico immergendo la sala in un commosso silenzio tale da creare la giusta tensione per l’esecuzione del brano più atteso, Schreiben di Lachenmann, Scritto nel 2003, è un pezzo ormai lontano dai primi lavori di musica concreta strumentale: soffi, strusci, suggestioni timbriche compongono un’opera di incredibile fascino, dove la struttura è di ardua riconoscibilità ma l’aura creata dal lavoro sulla sonorità è di quelle da brividi. Non c’è negazione nel rapporto col pubblico perché la continua stimolazione timbrica è tale da mantenere alta la tensione: la dimostrazione è che i gruppi di scolaresche hanno seguito con palpabile interesse il brano di Lachenmann, molto meno quello successivo, ossia la Quarta Sinfonia di Schumann, bizzarramente abbinata per la seconda parte del concerto. Roberto Abbado ha diretto con la consueta perizia tecnica e senso del respiro musicale i due brani di Berio e Lachenmann, guidando una Filarmonica particolarmente ispirata dalla modernità; lo stesso non può dirsi per Schumann, dove la compagine ha mostrato più d’una falla nella tenuta.
Orchestra: Filarmonica della Scala
Direttore: Roberto Abbado
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