Scala: Mahler da kolossal

Milano: Chailly ha diretto l'Ottava

Riccardo Chailly
Riccardo Chailly
Recensione
classica
Teatro alla Scala, Milano
Mahler, Ottava sinfonia
18 Maggio 2023 - 20 Maggio 2023

L'Ottava di Mahler mancava alla Scala da più di mezzo secolo (sul podio Seiji Ozawa nel 1970, prima ancora Hermann Scherchen nel 1962). Ben ha fatto Riccardo Chailly a riportarla al Piermarini, visto che non è nuovo all'impresa avendo già diretto otto volte la monumentale sinfonia. Gli va quindi dato atto del rinnovato impegno e della lucidità fuori dal comune con cui alla Scala ha coordinato la massa degli esecutori e calibrato i volumi sonori sia i più monolitici sia i più eterei. Le ovazioni che hanno seguito il coro finale dell'eterno femminino sono state più che meritate.

All'ottima esecuzione hanno contribuito il coro del teatro diretto da Alberto Malazzi, quello della Fenice di Venezia diretto da Alfonso Caiani, le voci bianche scaligere dirette da Bruno Casoni, tutti in perfetto equilibrio. Di prim'ordine i solisti: Ricarda Merbeth (Magna Peccatrix), Polina Pastirchak (Una poenitentium), Regula Mühlemann (Mater gloriosa), Wiebke Lehmkuhl (Mulier Samaritana), Okka von der Damerau (Maria Aegyptiaca), Klaus Florian Vogt (Doctor Marianus), Michael Volle (Pater ecstaticus) e Ain Anger (Pater profundus).

Con anche l'orchestra in eccellente serata; esempi da citare il misterioso episodio sinfonico all'inizio della seconda parte, come pure le oasi puramente orchestrali disseminate in partitura. Chailly ha saputo dare spessore drammatico, quasi tearale, ai cori e gioiosa spensieratezza ai tanti momenti di lievità paradisiaca. L'esito è stato sorprendente, perfino nel Veni creator spiritus, che a chi scrive ha sempre dato l'impressione di una costruzione farraginosa, al contrario delle variate scene del Faust. 

Al felice esito ha concorso anche la nuova camera acustica approntata per ospitare i circa quattrocento coristi e strumentisti, in futuro bisognerà sentire come funzionerà quando ne verrà ridotta la profondità.

Comunque nel riascoltare oggi questo "monstrum" sinfonico l'altra sera si è percepito il prepotente "slancio vitale" che lo anima, i pianeti e i soli luminosi che ruotano, sognati da Mahler. Che sia lo spirito del tempo? Perché L'évolution créatrice di Henri Bergson è perfettamente coeva.

Prossimo impegno di Chailly il concerto per Milano (8 giugno ore 21,30) in piazza del Duomo con la Filarmonica della Scala e Juan Diego Florez, impegnato in arie di Rossini, Donizetti, Bellini, Verdi, Puccini.

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