Sant'Anna Arresi 1 | Andare a nozze

Rob Mazurek per Ai confini tra Sardegna e Jazz... Con un emozionante fuori programma

Recensione
jazz
«Vi ringraziamo per la vostra presenza. A parte Chicago, qui probabilmente abbiamo più buoni amici che in qualsiasi altra parte del mondo». L'officiante, il bassista Matthew Lux, è in piedi sul bordo di uno scoglio, in riva al mare, con alle spalle lo spettacolo di una meravigliosa baia e del cielo terso di una bellissima mattina di sole. Lux fa risuonare con solennità un campanaccio sardo, Guilherme Granado scuote dei piccoli sonagli. Brit e Rob, guardandosi negli occhi, si dicono più volte "I love you", ad ogni ripetizione della frase percuotendo delicatamente la coppa metallica che tengono in mano, più piccola e dal suono più acuto lei, più grande e dal suono più grave lui. Poi Lux, ministro di una delle tante piccole chiese diffuse negli Stati Uniti, intona la formula "We are one with the moon and planets", che viene reiterata a lungo da Brit e Rob e da tutti i presenti. Lux è il primo ad essere commosso, come Brit e Rob e molti degli amici che assistono. «Sulla base delle leggi vigenti nello Stato dell'Illinois», conclude infine l'officiante, «vi dichiaro marito e moglie». E subito Granado, insospettato cantante, accompagnato da Mauricio Takara al cavaquinho, attacca "Conselho", un toccante samba moderno di Almir Guineto, epoca fine Settanta-primi Ottanta. Poi via alla festa con la marching band torinese Bandakadabra.

Il matrimonio di Rob e Brit, ormai Brit Mazurek, è stato il fuori programma davvero straordinario di Ai confini tra Sardegna e Jazz, che nella consueta cornice della piazza del Nuraghe di Sant'Anna Arresi è giunta alla ventisettesima edizione. Era stato nel corso della ventiseiesima, a cui aveva partecipato con la sua Exploding Star Orchestra, che Rob aveva chiesto a Brit se voleva sposarlo. La sera prima delle nozze, in una insolita vigilia di matrimonio, il cornettista si era esibito con Granado, Takara e Lux nel secondo dei suoi due concerti in cartellone, destinato appropriatamente a offrire al pubblico "The Suite Of Infinite Love" e intitolato "Rob Mazurek plays Calma Gente" ("Calma Gente è un suo recente album); in trio invece il primo concerto, con i soli Granado e Takara, sotto l'intestazione São Paulo Underground.

Utilizzando la sigla Chicago Underground, Mazurek ha animato a partire dalla seconda metà dei Novanta una serie di formazioni di vario organico, dal duo fino all'orchestra. Poi un soggiorno brasiliano, nuovi partner e nuove sollecitazioni musicali, e la nascita di São Paulo Underground. I due progetti presentati a Sant'Anna Arresi vivono di equilibri diversi, ma rientrano in un'area espressiva affine: rispetto ai piccoli organici di Chicago Underground il rapporto con il free jazz storico è attenuato a favore di altri elementi. Con Granado a tastiere, elettronica e sampler, e Takara alla batteria ma anche elettronica e cavaquinho, São Paulo Underground fra rumorismo, suoni elettronici, campionamenti, e un drumming più rock e spontaneista che jazz, è funzionale ad una sorta di positività ottimistica, di vitalismo aperto, arioso, che è sempre uno dei tratti fondamentali dell'estetica di Mazurek; che spesso con la sua cornetta richiama un Miles Davis lunare o un Don Cherry sognante ma con grande poesia, senza ricalchi stucchevoli. In Calma Gente c'è un fondo di attitudine proprio "calma", che però non impedisce alla musica di raggiungere temperature elevate: belli i momenti in cui la pacatezza spesso anche cantabile di Mazurek si incrocia col noise degli altri, e corroborante l'uso dell'elettronica e del rumorismo, un uso organico alla musica, non di mera aggiunta o colore; Don Cherry è sempre un nume tutelare, non tanto nello stile di Mazurek alla cornetta, che è personale, quanto in alcune frasi che vengono fuori, in alcuni accenti della musica, in cui rieccheggia il Don Cherry post-free, hippie, globetrotter; il Don Cherry che guardava alla musica indiana; e in Calma Gente Granado utilizza anche la marimba, assicurando alla musica momenti di dolcezza e di luminosità, mentre il drumming prende a volte una piega sambista. Piace, di Mazurek, che la sua pacatezza, la sua positività evitino sempre il consolatorio, che il suo ottimismo sia però vigile e vigoroso; piace un'estetica aperta, magari felicemente frammentaria ma non dispersiva; e piace la sincerità, l'onestà dell'espressione. Il tipo di musica e di musicista che con un festival come quello di Sant'Anna Arresi può andare a nozze.

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