"Ratto" di Maggio, il piacere della tranquillità

Il Mozart affettuoso e un po' smussato di Zubin Mehta, la regia senza troppe ambizioni ma spontanea e agile di Eike Gramss, uno spettacolo piacevole in tutta tranquillita': dopo trentatre' anni torna alla Pergola di Firenze il mozartiano "Ratto dal serraglio" ed e' successo al sessantacinquesimo Maggio Musicale Fiorentino. Elegante piu' che prestante la Konstanze di Eva Mei, il trionfatore della serata e' Kurt Rydl nei panni di Osmino.

Recensione
classica
Maggio Musicale Fiorentino Firenze
Wolfgang Amadeus Mozart
21 Maggio 2002
Dopo i controversi "Troyens" di Hector Berlioz dell'inaugurazione (controversa in particolare la regia di Graham Vick), il sessantacinquesimo Maggio Musicale Fiorentino ha scansato ulteriori rischi ed ha proposto un mozartiano "Ratto dal serraglio" assai più tranquillo, uno spettacolo di taglio tradizionale ma di assai piacevole confezione, un risultato musicale di livello pur senza grosse sorprese che il pubblico fiorentino, a digiuno del capolavoro mozartiano dalla memorabile edizione Mehta-Strehler del 1969, ha mostrato di gradire senza riserve. Mehta fa il suo Mozart, affettuoso, nobilmente tornito, diremmo fuori dalle mode del momento, talora un po' velato e come smussato negli spigoli, qualche volta, nei primi due atti, un po' carente di intima energia, ma anche attento a sottolinare con amore certi momenti alti e malinconici della partitura (come la patetica sequenza recitativo-aria Welcher Wechsel herrscht in meiner Seele-Traurigkeit ward mir zum Lose di Konstanze nel secondo atto) o il bellissimo arioso introduttivo, scandito dagli eroici accenti degli archi, del duetto "in catene" di Belmonte e Konstanze. Lo asseconda un cast di pregio, ma in cui Eva Mei risponde solo in parte alle aspettative della vigilia (soprattutto se pensiamo che proprio il ruolo di Konstanze è quello che anni fa le ha dato la fama), elegantissima come sempre ma un po' carente di brillantezza e autorevolezza là dove si richiede, in particolare nelle impervie agilità della grande "aria dei martiri", mentre Rainer Trost ha cominciato la serata alquanto sottotono ma poi si è rinfrancato finendo per disegnare un Belmonte complessivamente intenso e credibile e, alla fine, soprattutto nell'aria del terzo atto "Ich baue ganz auf dein Staerke" ,anche di bella vocalità. Diremmo tuttavia che ci è piaciuta di più l'altracoppia, quella dei camerieri, la sorprendente Blonde di Patrizia Ciofi con la sua vocalità simpatica e piccante e il solido e comunicativo Pedrillo di Mehrzad Montazeri. Ma più di tutti, e infatti è stato il trionfatore della serata, abbiamo gradito il fantastico Osmino di Kurt Rydl. Questo al Maggio 2002 era il suo centocinquantottesimo Osmino ma il ruolo, a quanto pare, non gli è ancora venuto a noia, risolvendosi in una farandola di gags esilaranti - ci sia consentito di ricordare almeno un'indimenticabile danza del ventre intorno alla famosa damigiana propostagli da Pedrillo - che sembrano nascere sul momento tant'è la loro spontaneità e vivezza, e una vocalità ancora spavalda e sorretta da una musicalità limpida e fantasiosa. A loro si affiancava come parte recitata un interessante e un po' ruvido Selim, quello delineato da Markus John. Spettacolo, come si è detto, senza voli ma anche senza arbitri né sciocchezze, pulitissimo nel taglio scenico (Christoph Wagenknecht), con sullo sfondo un gran mare luminoso e con le architetture e decori turcheschi del palazzo di Selim Pascià linearmente e funzionalmente risolti con il gioco delle quinte, piacevoli costumi (Catherine Voeffray) e come unica bizzaria un onnipresente coccodrillone amico di Osmino; e una regia senza spasmodiche ambizioni né mire di rilettura (Eike Gramss) ma che riusciva peraltro ad animare il gioco scenico con naturalezza e agilità. Ottimo successo.

Note: nuovo all.

Interpreti: Konstanze: Eva Mei / Ingrid Kaiserfeld (1/6); Blonde: Patrizia Ciofi / Anna Maria Dell'Oste (1/6); Belmonte: Rainer Trost / Joerg Schneider (1/6); Pedrillo: Mehrzad Montazeri; Osmin: Kurt Rydl / Bjarni Thor Kristinsson (1/6); Selim Pascià: Markus John

Regia: Eike Gramss

Scene: Christoph Wagenknecht

Costumi: Catherine Voeffray

Orchestra: Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

Direttore: Zubin Mehta / Nir Kabaretti ( 4 giugno)

Coro: Coro del Maggio Musicale Fiorentino

Maestro Coro: José Luis Basso

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