Ragazzi, vi piace l'opera?

Prima assoluta della Nave a tre piani, operina in un atto di Ravasini e Boccadoro, destinata ad ascoltatori tra i 10e i 14 anni: ma scrivere un'opera per ragazzi è più difficile di quanto gli autori sembrano credere!

Recensione
classica
Accademia Nazionale di Santa Cecilia Roma
Carlo Boccadoro
20 Marzo 2005
In Italia si rappresentano poche opere nuove, a meno che non siano destinate a un pubblico giovanissimo (e che inoltre siano brevi e poco esigenti quanto a realizzazione): di queste se ne rappresentano molte, che non lasciano però gran traccia nelle cronache musicali. Anche l'Accademia di Santa Cecilia ne ha inserita una nel suo fittissimo calendario di manifestazioni rivolte ai giovani e giovanissimi: è la "Nave a tre piani", il cui argomento è stato tratto da Marco Ravasini dal repertorio favolistico del ponente ligure, forse in omaggio a Luciano Berio, che aveva commissionato l'opera quand'era presidente dell'Accademia. Chi ha deciso che nel 2005 una vecchia favola è ancora un argomento interessante e coinvolgente per i giovani tra i 10 e i 14 anni, cui lo spettacolo si rivolge? La storia? Eccola: un giovane povero scopre di essere il figlioccio del re d'Inghilterra, ma un losco figuro incontrato in un'osteria l'inganna e prende il suo posto... e poi, con la collaborazione di topolini, pappagallini e formichine, viene liberata una principessina tenuta prigioniera da una tremenda fatona cattiva... e infine "tutti vissero felici e contenti". Che idea hanno gli autori di un quattordicenne di oggi? Per fortuna molti tra il pubblico sono più piccolini, anche sotto i 10 anni. La partitura di Boccadoro si svolge con ritmo stringato e veloce, incrociando e sovrapponendo spunti jazzistici, strizzatine d'occhio alla musica commerciale e citazioni di autori del passato. Eppure non riesce ad animare personaggi e situazioni e questa mancanza di teatralità è accentuata dalla regia povera d'idee, dalle scene vecchie, dai costumi senza fantasia. I giovani cantanti hanno fatto il possibile per mettere un po' di sale sullo scipito spettacolino: da citare almeno i bravi Davide Sotgiu, Giampiero Cicino e Federica Carnevale.

Note: prima esecuzione assoluta

Interpreti: Giampiero Cicino, Stefano Spagnoli, Federica Carnevale, Roberto Scandura, Davide Sotgiu

Regia: Roberto Braida

Scene: Alessandra Cavallari

Costumi: Margherita Panzini

Coreografo: Luisa Signorelli

Orchestra: Orchestra del Conservatorio di Musica "Santa Cecilia"

Direttore: Carlo Boccadoro

Coro: Laboratorio di Voci Bianche dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia

Maestro Coro: Mauro Marchetti

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo

classica

Napoli: per il Maggio della Musica

classica

Nuova opera sul dramma dell’emigrazione