Questo "Ballo" è un incubo
Allestimento "noir" di Giancarlo Cobelli per "Un Ballo in maschera". Cast discreto e buona direzione.
Recensione
classica
La scena s'illumina lentamente durante il preludio e dal buio emerge un albero, che si rivela un albero di corpi umani o piuttosto di larve spettrali. Quest'albero, che compare in varie scene, è l'immagine simbolo del "Ballo in maschera" visto da Giancarlo Cobelli: è un sogno o piuttosto un incubo, attraversato da immagini grottesche e infernali, e insieme è un viaggio tra eros (ma è un eros ridotto a esibizione di corpi deformi o straziati) e thanatos, sotto la guida di Renato (diventato "cattivo") e dei suoi compagni d'arme in divisa nera pre-nazista, che infieriscono sadicamente sugli schiavi negri e sulla prostitute costrette a partecipare al ballo-orgia finale. La struttura drammatico-narrativa è messa tra parentesi e relegata in secondo piano ma in qualche modo sopravvive: è proprio qui che Cobelli convince meno, quando vuole narrarci non un incubo ma una storia e ci parla incongruamente (non è questo il luogo) dell'oppressione dei neri e dei pellerossa, che alla fine si rivoltano (Sam e Tom sono dei capi indiani!) e uccidono il capo dei colonizzatori schiavisti, Riccardo, che è in realtà l'unico "buono".
Il lato brillante – superfluo dirlo – diventa grottesco, con la complicità Anna Skibinsky, Oscar scenicamente ambiguo e vocalmente tutt'altro che brillante. Il resto del cast è di buon livello, sebbene in un'opera così problematica e esigente per le voci si desidererebbe sempre qualcosa di più. Marco Berti è Riccardo: voce bella, sana, esuberante, non molto attenta allo stile. Tatiana Serjan (Amelia) non ha voce di gran pregio ma è molto emozionante in "Morrò, ma prima in grazia". Stefano Antonucci (Renato) è un baritono verdiano sempre affidabile. Tichina Vaughn è un po' tenue come Ulrica ma ci risparmia le cadute di gusto cui spesso tocca assistere quando la zingara è in scena.
Donato Renzetti dirige molto bene, seguendo la regia nell'accentuazione degli aspetti cupi, violenti e quasi espressionistici, ma senza stravolgere gli equilibri.
Note: Nuovo allestimento in coproduzione con il Teatro Lirico "G. Verdi" di Trieste
Interpreti: Anna Skibinsky, Oscar; Marco Berti, Riccardo; Tatiana Serjan, Amelia; Stefano Antonucci, Renato
Regia: Giancarlo Cobelli
Scene: Antonio Fiorentino
Costumi: Alessandro Ciammarughi
Orchestra: Orchestra Filarmonica Marchigiana
Direttore: Donato Renzetti
Coro: Coro Lirico Marchigiano "V. Bellini"
Maestro Coro: Carlo Morganti
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