Péter Eötvös: dalla Transilvania all’Europa

A Roma due prime italiane

Recensione
classica
Accademia d'Ungheria Roma
08 Giugno 2014
L’Associazione ‘She Lives’ ha festeggiato i 70 anni Péter Eötvös presso l’Accademia d’Ungheria in Roma, dando opportunità di conoscere meglio una figura in Italia poco eseguita nel suo catalogo teatral-musicale e cameristico. Eötvös ha anche conversato con Francesco Antonioni, notando che la musica dei compositori ungheresi-transilvani (Bartók, Ligeti, Kurtág, oltre a lui) suona diversa rispetto a quella ungherese di Kodaly: un linguaggio – forse – ancor più sintetico, nel quale, entrano con più evidenza categorie stilistiche europee e i riferimenti alla musica popolare transdanubiana sono spesso sublimati e declinati in ‘forma del materiale’. Quanto ascoltato nel concerto sembra rispecchiare, insieme alla biografia del musicista (attivo prima a Colonia, poi a Parigi alla guida dell’Ensemble Intercontemporain), tale posizione linguistica: l’ossatura della bartókiana scala ottatonica appare evidente nel breve, intenso e compatto Encore per quartetto d’archi, ma il recente Dances of the Brush-footed Butterfly per pianoforte e il trio Psy (ottimi solisti Massimiliano Scatena, Francesca Raponi e Giulio Ferretti) suggeriscono personali riletture rispettivamente di Messiaen e della scrittura spettrale (rovesciata per conferire nel laprima parte un riferimento armonico a un pedale acuto, invece che sub-grave). Di grande interesse l’Octet, nel quale una trasfigurata impalcatura discorsiva a frammenti è funzionale a far circolare – con grande raffinatezza timbrica – il materiale tra gli elementi del complesso: tutti gli strumentisti dei Solisti Aquilani, guidati nell’Octet con gran sicurezza da Vittoriano Vinciguerra, si son calati benissimo (meglio ancora che nel pezzo stravinskiano gemello) nel gioco, meritandosi dal pubblico un plauso caloroso oltre la prima canicola romana.

Note: Credit foto Eötvös: Klaus Rudolph

Interpreti: Massimiliano Scatena, pianoforte Francesca Raponi, flauto Quartetto d’archi dei Solisti Aquilani: Gabriele Pieranunzi, primo violino Plamena Yancheva Krumova, secondo violino Francesco Negroni, viola Giulio Ferretti, violoncello Ottetto di fiati dei Solisti Aquilani: Luca Marconi, flauto Giammarco Casani, clarinetto Giuseppe Ciabocchi, primo fagotto Brancaccio Giuseppe, secondo fagotto Matteo Battistoni, prima tromba Domenico Agostini, seconda tromba Diego Di Mario, primo trombone Stefano Centini, secondo trombone

Orchestra: I Solisti Aquilani

Direttore: Vittoriano Vinciguerra

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