Onegin sbarca in Sardegna

Spettacolo sobrio ma di grande efficacia teatrale, la nuova produzione di "Onegin" presentata al Teatro Verdi di Sassari. Con un ottimo cast nel quale spiccacvano Katia Pellegrino, Arnold Kocharyan, Sergey Drobishevskij, Varduhi Khachatryan e Mikhail Petrenko. E scene di grande suggestione costruite con pochi oggetti e fondali come ologrammi.

Recensione
classica
Ente Concerti Marialisa De Carolis Sassari
Piotr Ilich Cajkovskij
09 Novembre 2003
Periodo di grande successo per Caikovskij in Sardegna: dopo "Cerevicki" (Gli Stivaletti) e "Opricnik" (L'ufficiale della guardia), prime rappresentazioni italiane viste al Teatro lirico di Cagliari, al Teatro Verdi di Sassari è stata presentata una nuova produzione di "Evgenij Onegin", opera certo meno rara eppure al suo debutto nell'isola. Uno spettacolo caratterizzato da grande sobrietà, ma riuscitissimo, grazie soprattutto all'ottimo cast (con molti cantanti provenienti dalle ex repubbliche sovietiche). Impeccabile musicalmente la Tatjana di Katia Pellegrino (già applaudita sullo stesso palcoscenico l'anno scorso nei panni di Desdemona), dotata di un bel colore vocale, piena di sfumature espressive nei passaggi lirici, capace di grandi sfoghi negli acuti, con una certa propensione al pathos visionario. Onegin era il baritono azero Arnold Kocharyan, dalla voce solida e bene impostata, solo un po' avaro di accenti drammatici e un po' impassibile scenicamente. Doti che non mancavano a Sergey Drobishevskij nel ruolo di Lenskij, tenore di grandi qualità vocali, al quale è però da imputare qualche incertezza d'intonazione nel primo atto. Giustamente applauditi anche Sonia Zaramella, una Larina nobile e seducente, Varduhi Khachatryan (Olga) e Mikhail Petrenko, un Gremin indimenticabile. Regia, scene e costumi erano firmati da Ivan Stefanutti che ha inquadrato l'opera tra pareti nere e bellissimi fondali dai contorni sfumati, come ologrammi, o squarci di natura immersi nella nebbia. Con minimi movimenti di massa (le danze erano così misurate da apparire en ralenti rispetto alla musica) e pochissimi elementi scenici (la sala da ballo nella casa dei Larin era suggerita da un solo, sontuoso lampadario; il paesaggio innevato nella scena del duello da un grande tappeto bianco), ma di grande efficacia teatrale. Il direttore armeno Karen Durgaryan ha guidato l'orchestra dell'Ente Concerti "Marialisa de Carolis" con grande sicurezza, sottolineando l'afflato romantico più che le perle timbriche della partitura. Ma il risultato è stato emozionante e il pubblico sassarese ha accolto con grande calore lo spettacolo, facendo seguire ad ogni aria scroscianti applausi e (purtroppo) interminabili brusii.

Interpreti: Tatjana, Katia Pellegrino; Onegin, Arnold Kocharyan; Lenskij, Sergey Drobishevskij; Larina, Sonia Zaramella; Olga, Varduhi Khachatryan; Gremin, Mikhail Petrenko

Regia: Ivan Stefanutti

Scene: Ivan Stefanutti

Costumi: Ivan Stefanutti

Corpo di Ballo: Corpo di ballo "Città di Porto Torres"

Coreografo: Giuseppina Perantoni

Orchestra: Orchestra dell'Ente Concerti "Marialisa de Carolis"

Direttore: Karen Durgaryan

Coro: Coro Polifonico "Santa Cecilia" di Sassari

Maestro Coro: Gabriele Verdinelli

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