Norma ama la luna e il rogo

Questa volta Adalgisa è un soprano, come l'aveva pensata Bellini. Ma non è che uno dei problemi della Norma, molti altri restano aperti.

Recensione
classica
Teatro delle Muse Ancona
Vincenzo Bellini
01 Dicembre 2004
Nel suo recitativo d'uscita Fiorenza Cedolins sfoggia imperiosa energia e tensione estrema, senza un attimo di cedimento, a costo di spingere la sua voce fino al limite: è Norma come la conosciamo, la tremenda sacerdotessa druidica. Ma in Casta Diva è più pacata e lirica rispetto ai modelli celebrati, con un tono etereo ed estatico, culminante in melismi che sembrano volare senza peso verso l'astro lunare. Nella cabaletta è ancora più lontana dalla Norma intesa come grande personaggio tragico dall'inizio alla fine e mette in primo piano il suo aspetto di donna che si abbandona interamente all'amore, con un che di tenero, ingenuo, perfino frivolo: Ah, bello, a me ritorna... Non le mancano poi occasioni per dimostrare che ha anche un fraseggio scolpito a tutto tondo e frementi accenti drammatici, ma raggiunge il vertice quando la sua voce e il suo temperamento essenzialmente lirici possono esprimersi più naturalmente, soprattutto nel sublime finale. Adalgisa -ormai è quasi la regola- è un soprano. Con caparbietà e determinazione ma con risultati modesti Carmela Remigio affronta questa parte che non è per lei: le fluide melodie belliniane vengono segmentate dal ritmo squadrato e dalle frequenti prese di fiato e la povertà di colori e il fraseggio monotono sfociano in un tono sempre uguale, tra afflitto e risentito. Vincenzo La Scola non è il baritenore per cui Bellini scrisse Pollione, ma non dispiace questo proconsole che lascia le pose statuarie per un canto più mosso e romantico. Discreto Andrea Papi come Oroveso. Più che dirigere, Fabrizio Maria Carminati accompagna con eccessiva discrezione, ma non respira con i cantanti e prende tempi opinabili. Allestimento di Hugo De Ana, quindi colossale. Tutti in nobili pose tragiche, con una vena d'isteria. Niente Gallia ma sempre lo stesso grandioso interno neoclassico e due imponenti colonne peripatetiche. Galli e Romani indossano divise del periodo napoleonico: due popoli diversi e inconciliabili sembrano così due reggimenti dello stesso esercito.

Interpreti: Fiorenza Cedolins, Vincenzo La Scola, Carmela Remigio, Andrea Papi, Katarina Nikolic, Giancarlo Pavan

Regia: Hugo De Ana

Scene: Hugo De Ana

Costumi: Hugo De Ana

Coreografo: Leda Lojodice

Orchestra: Orchestra Filarmonica Marchigiana

Direttore: Fabrizio Maria Carminati

Coro: Coro Lirico Marchigiano "V.Bellini"

Maestro Coro: Carlo Morganti

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