Nabucco si è perso a Caracalla

Un "Nabucco" secondo tradizione ma con poca fantasia nella regia e una direzione molto piatta, apre gli allestimenti scenici a Caracalla.

Recensione
classica
Teatro dell'Opera Roma
Giuseppe Verdi
13 Luglio 2004
L'epoca del titanismo caracalliano e dei sontuosi allestimenti è definitivamente tramontata: anno secondo di riapertura, la nuova Caracalla è all'insegna di una sobrietà anche maggiore della stagione scorsa. Il che non è detto sia un male, purché si tenga presente che l'opera all'aperto necessita di grande spettacolarità teatrale e non basta la natural scenografia delle rovine romane, stavolta meglio illuminate dell'anno passato. Primo allestimento della stagione estiva dell'Opera di Roma è un nuovo Nabucco: purtroppo tra la fantasia della beggars opera e la piattezza del teatro di provincia, sembra sia l'ultima a prevalere. Al suo debutto italiano Jacobo Kaufmann ha firmato regia e scenografie, impostando un palcoscenico su due livelli di poco sfalsati, con succinti elementi scenografici che delineavano appena Gerusalemme prima, Babilonia dopo. Rispettosa dell'ambientazione originale e con un'attenzione inconsueta ai rituali della religione ebraica, la regia era statica, al limite del semioratoriale. Apparivano svogliati i movimenti delle masse; priva di cesello nei dettagli la recitazione dei personaggi principali; forse memore di Francesca Bertini, Abigaille vagolava per il palco a braccia aperte e in mancanza di tende s'appendeva ahimè a un bassorilievo... Per la terza volta quest'anno dirigeva a Roma Nello Santi, ancora una volta in modo scialbo e senza amore per il fraseggio verdiano, come hanno mostrato gli applausi di circostanza per il "Va' pensiero", solitamente accolto da ben altre accoglienze. Probabilmente non in serata di grazia, all'inizio Scandiuzzi è uno Zaccaria sfocato ma via via cresce lentamente; la Carosi canta piuttosto bene la parte di Abigaille che comunque mette a nudo la discontinuità della sua voce nel registro basso; nei panni di Nabucco, Gazale offre l'interpretazione più compatta. Alla fine, in mezzo al tipico fugone dei romani, uno zoccolo duro di pubblico resta a festeggiare gli interpreti.

Interpreti: Alberto Gazale, Roberto Scandiuzzi, Micaela Carosi, Rossana Baldi, Antonello Palombi

Regia: Jacobo Kaufmann

Scene: Jacobo Kaufmann

Costumi: Anna Biagiotti

Orchestra: Orchestra del Teatro dell'Opera di Roma

Direttore: Nello Santi

Coro: Coro del Teatro dell'Opera di Roma

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