Miracolo a Milano

Chailly festeggia i vent'anni della "Verdi" con la monumentale Sinfonia dei Mille

Recensione
classica
Orchestra Verdi Milano
21 Novembre 2013
Avevo cinque anni quando l'Ottava di Mahler fu eseguita a Milano l'ultima volta. Se tanto mi dà tanto, la prossima ne avrò cinquanta. Mi si consenta dunque di non adottare il tono del critico, ma quello dell’ascoltatore che ha avuto la fortuna di sentire la sinfonia dei mille nella sua città. Mahler la donò alla sua nazione, la “Verdi” e Chailly la donano alla Milano che verrà. E lo fanno da una posizione particolare, perché la sala Gold dell’avveniristico MiCo, che sorge nella rinnovata fiera cittadina, offre dalle sue vetrate un suggestivo scorcio dall'alto della città invasa dai cantieri, mentre prova a farsi bella per l’Expo. Questa visione dall’alto si salda perfettamente con gli ultimi otto versi del Faust che, nell’incontro con la partitura di Mahler, elevano lo spirito al punto da avvertire l’abisso del tempo: "Tutto ciò che passa, è soltanto un simbolo". Un miracolo. Che si riverbera persino sugli aspetti logistici, merito dell'ottima macchina organizzativa messa a punto dalla “Verdi”. L’impatto scenico è formidabile, con l’idea di contrastare in bianco e nero i due cori che sovrastano l’orchestra, uno Yin e Yang visivo che richiama la bipartizione della sinfonia e «le due nature inseparabili» invocate dagli angeli perfetti nella seconda parte. Chailly sprigiona energia, pare che danzi. Dai suoi 570 musicisti ricava un impasto deciso, forse senza troppe mezze tinte, ma non si può chiedere di più con il rombo dell'impianto d'areazione (unica nota dolente) che fa scempio di tutti i pianissimo. Il tripudio di gioia che chiude la prima parte prelude momenti di immensa dolcezza come il coro "Dir, der Unberührbaren". E poi il miracolo del finale, già raccontato. All'uscita qualcuno mormora che Mahler era un folle, altri sdrammatizzano. Ma intanto è successo.

Interpreti: Soprano I: Ricarda Merbeth (Magna Peccatrix); Soprano II: Manuela Uhl (Una Poenitentium); Soprano III: Valentina Farcas (Mater Gloriosa); Mezzosoprano I: Lioba Braun (Mulier Samaritana); Mezzosoprano II: Annely Peebo (Maria Aegyptiaca); Tenore: Brenden Patrick Gunnell (Doctor Marianus); Baritono: Markus Werba (Pater ecstaticus); Basso: Samuel Youn (Pater profundus).

Orchestra: Orchestra Sinfonica di Milano "Giuseppe Verdi"

Direttore: Riccardo Chailly

Coro: Coro di Voci Bianche de laVerdi; Orfeón Donostarria; Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi

Maestro Coro: Maria Teresa Tramontin; José Antonio Sainz Alfaro; Erina Gambarini

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Ancona: Francesco Angelico sul podio

classica

Versailles, grande successo per Polifemo di Porpora con Franco Fagioli

classica

Apprezzate le prove di Chailly, Netrebko, Tézier e del coro, interessante ma ripetitiva la regia di Muscato