Ma quanto è giovane l'operetta...

Poesia, gioco e magia nei burattini di Fei, grazie anche agli splendidi costumi e scenografie di Antonella Cappuccio e Maria Giulia Barberini e alle fantasiose coreografie di Astrid Ascarelli.

Recensione
classica
Museo Nazionale di Arte Orientale Roma
Alessandro Molinari rielaborazione musiche
28 Gennaio 2006
Poesia, gioco e magia: se ne è piacevolmente avvolti sin dall'inizio, in questo curioso (e delizioso) allestimento per burattini dell'operetta La Geisha di Sidney Jones, con la regia di Idalberto Fei, ospitato negli splendidi saloni del Museo d'Arte Orientale di Roma. Se l'operetta è un genere decisamente datato, insieme al suo gusto tipicamente fin de siecle per l'esotismo e per una certa vezzosa ironia, c'è da dire che i burattini di Fei sanno davvero svecchiarla. E così ci troviamo trasportati in un Giappone immaginario di piu' di cento anni fa, dove tra frizzi e lazzi, si consuma il solito dramma della geisha innamorata di un povero ma bello e costretta a destreggiarsi tra uomini brutti, arroganti e potenti, dal proprietario della Casa da tè, al vanesio capo della polizia giapponese, all'ancor più vacuo ufficiale di marina inglese. I colpi di scena fanno parte del copione e non ci sorprendono di certo, come pure gli altri "tipi": la ricca zia inglese che diventa deus ex machina dell'azione, la svampita francesina che cerca di sistemarsi, la fidanzata dell'ufficiale che arriva sul piu' bello e rovina la festa al fedifrago. Ma che importa? All'operetta non si va certo per essere stupiti ma per sorridere di quella commedia umana che anche quando si ammanta di sete esotiche e di ventagli cinesi, resta sempre uguale a se stessa. E che sete e che ventagli. Frutto di un'accurata e sapiente ricerca, scenografie e costumi sono davvero eccezionali: citazioni di Hokusai nei fondali, farfalle dorate e uccellini che volano, bolle di sapone e persino un vero e proprio inserto-parodia del teatro No. Alla fine dello spettacolo è anche possibile fare un giro nelle sale del Museo, che per l'occasione ha tirato fuori delle splendide stampe a tema. Si può chiedere di più?

Interpreti: Norman Mozzato: Marchese Imary; Fabrizia Castagnoli: Shangai Lil; Nanni Baldini: Narratore cinese; Patrizia Bracaglia: Mimosa; Luca Della Bianca: Cinese; Elena Pandolfi: Juliette Diamant; Carolina Zaccarini: Molly; Claudia Gabrielli: Rosa Tea; Jennifer Montagu: Lady Costance Winne

Regia: Idalberto Fei

Scene: Antonella Cappuccio

Costumi: Maria Giulia Barberini

Coreografo: Astrid Ascarelli

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