L'Orfeo essenziale di Vick

L'"Orfeo ed Euridice" di Gluck nella visione di Graham Vick si trasforma in una sorta di quadro scenico essenziale e minimalista, immagine sublimata della "mitica" vicenda. Adeguato il dato musicale.

Recensione
classica
Teatro Comunale Modena
Christoph Willibald Gluck
19 Gennaio 2007
L'"Orfeo ed Euridice" di Gluck nella visione di Graham Vick si trasforma in una sorta di quadro scenico essenziale e minimalista, immagine sublimata della "mitica" vicenda che forse più di ogni altra incarna la prima stagione del teatro in musica. Sul palcoscenico modenese questa "azione teatrale", qui condensata in due soli atti, si è svolta tra le pareti grigie di un impianto scenico dinamico e cangiante, eppure in grado di tratteggiare un mondo immobile, di trasmettere la sensazione di immutabilità dell'eterno dramma dei due amanti. Tra queste pareti che scorrono, si intrecciano e creano senza sosta stanze e luoghi diversi – una sorta di labirinto che continuiamo a esplorare – abita una dimensione gestuale comune a cantanti, coro e ballerini. Come in una idea di teatro totalizzante, le coreografie di Howell, le scene e i costumi – chiari e neutri, tranne il rosso Amore – di Northam e le luci di di Iorio andavano compatti nella direzione di un racconto astratto ma anche immediato. I movimenti sulla scena – a tratti anche stranianti e un poco ridondanti – hanno trovato uno dei momenti più sorprendenti nel finale, quando il ballo dell'ultima scena del terzo atto si è rivelato davvero allegro, divertente addirittura, nel suo presentarsi ironicamente molto vicino a certe coreografie corali di spettacoli contemporanei più "commerciali". Claudio Astronio ha scelto un approccio rispettoso nei confronti di una partitura che è stata affrontata con impegno dall'Orchestra barocca di Bolzano e dal coro "Voci Barocche" di Ravenna. Bene Marta Vandoni Iorio (Euridice) e Roberta Frameglia (Amore). L'Orfeo di Razek-Francois Bitar ha affrontato la maratona con efficacia, riuscendo a mitigare i limiti naturali della sua voce da contraltista. Buona alla fine la reazione del pubblico.

Note: Coproduzione Teatro Alighieri di Ravenna Fondazione Teatro Comunale di Modena I Teatri di Reggio Emilia Teatro Comunale di Ferrara Teatro Verdi di Pisa

Interpreti: Orfeo Razek-François Bitar Euridice Marta Vandoni Iorio Amore Roberta Frameglia

Regia: Graham Vick

Scene: Tim Northam; Luci Giuseppe di Iorio

Costumi: Tim Northam

Coreografo: Ron Howell

Orchestra: ORCHESTRA BAROCCA DI BOLZANO HARMONICES MUNDI

Direttore: Claudio Astronio

Coro: CORO VOCI BAROCCHE DEL TEATRO ALIGHIERI DI RAVENNA

Maestro Coro: Elena Sartori

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