Lo spirito della musica da camera

Inaugurata la terza edizione del Rome Chamber Music Festival, nello splendido Oratorio del Gonfalone, acusticamente ideale per quest'incontro di grandi musicisti, che fanno musica insieme unendo una giusta dose di leggerezza e di divertimento all'impegno e alla serietà.

Recensione
classica
Rome Chamber Music Festival Roma
13 Giugno 2006
La musica da camera non era nata per le sale da 2000 posti in cui la si esegue oggi, snaturandola completamente. Quindi prima ragion d'essere d'un festival dedicato espressamente a questa musica è riportarla in uno spazio che permetta di ascoltarla nelle condizioni acustiche ideali e con la necessaria concentrazione, come è l'Oratorio del Gonfalone. E se i suoi 200 posti - o poco più - sono pochi per soddisfare le richieste, si replica il concerto tre volte. Ma per ritrovare la sua giusta dimensione la musica da camera ha bisogno di un'altra condizione, ancora più difficile da ottenere oggi: essere suonata da musicisti che lo facciano per il proprio diletto, con entusiasmo e anche con quella dose d'improvvisazione che nei secoli passati era parte integrante delle esecuzioni dal vivo, quando suonare era un viaggio alla scoperta di emozioni sempre nuove e vive e non la riproduzione di un'esecuzione sempre identica a se stessa, in concorrenza col disco. E per suonare così senza cadere nell'approssimazione dilettantesca, ci vogliono eccellenti musicisti, come quelli che Robert McDuffie riunisce intorno al suo squisito violino: Lawrence Dutton con la sua poetica viola, Alessandro Carbonare col suo intenso clarinetto di bassetto e tanti altri, che si danno convegno a Roma venendo dagli Usa, dal Canada e da Taiwan, oltre che dall'Italia. Se si suona così, divertendosi a far musica insieme con nonchalance e allo stesso tempo con uno standard strumentale elevatissimo, si ascolta con piacere anche il Trio di Moritz Moszkowski, che altrimenti potrebbe trasformarsi in un'inezia (quanto a sostanza musicale) mortalmente noiosa (per la prolissità tardoromantica). E in questo spirito i songs da musical americani non stonano affatto vicino al sublime Quintetto con clarinetto di Mozart.

Interpreti: Yi-Jia Susanne Hou, violino; Robert McDuffie, violino; Elena Matteucci, pianoforte; Marin Mazzie, soprano; Joseph Thalken, pianoforte; Alessandro Carbonare, clarinetto; Lawrence Dutton, viola; Ralf Kirshbaum, violoncello.

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