L'estrosa evasione comica di Petrassi

Ottima realizzazione del Cordovano, che dimostra che quest'atto unico ha tutte le carte per essere rappresentato anche al di fuori degli obblighi connessi agli anniversari

Recensione
classica
Teatro dell'Opera Roma
Goffredo Petrassi
23 Aprile 2004
L'Opera ha ricordato il centesimo anniversario della nascita e il primo della morte di Goffredo Petrassi con un nuovo allestimento del "Cordovano", andato in scena la prima volta nel 1949 ma ampiamente rimaneggiato nel 1959, quando fu interamente rifatta l'orchestrazione. Quest'atto unico, tratto da un intermezzo di Cervantes tradotto da Montale, è una purissima evasione comica, le cui situazioni rimandano genericamente all'opera buffa e più specificamente al "Falstaff", una delle poche opere ottocentesche che Petrassi e i musicisti della sua generazione potessero accettare come lontano antecedente. La musica, atonale e atematica, procede nella massima libertà, con una concatenazione d'estrose invenzioni, colorate, leggere e effimere come un fuoco d'artificio. Gli strumenti garbatamente s'impongono come i veri protagonisti, o meglio come alter ego dei protagonisti, con cui intessono un fitto contrappunto di linee, ritmi e timbri. Le voci talvolta vengono trattate come strumenti, in una moderna e capricciosa versione del belcanto, talvolta saggiano tutte le possibili varianti del recitativo, ma in ogni caso non stanno mai ferme e passano attraverso infinite sfumature, come "leggero e libero", "poco strisciato", "quasi senza suono". Sembrerebbe quasi impossibile tradurre esattamente in realtà tutte queste indicazioni del compositore ma i cantanti ci sono riusciti: bravissimi tutti e bravissimo anche Marcello Panni, che ha realizzato la moderna e complessissima scrittura orchestrale di Petrassi come se fosse un gioco, salvandone tutta la leggerezza brillante e sorridente. Al piacere dell'udito corrispondeva il piacere della vista. Scena tutta gialla di Gianni Dessì, costumi colorati e ironici di Anne Marie Heinreich, regia divertita e divertente di Stefano Vizioli, in cui ogni movimento era in perfetta simbiosi con la musica. Poi una "Cavalleria rusticana" cantata nel solito modo ma ripulita, per merito di direttore e regista, dalla volgarità che non le appartiene.

Interpreti: Rosa Ricciotti, Valentina Valente, Antonella Trevisan, Giorgio Surian, Gianluca Zampieri, Claudio Barbieri, Carlo Di Cristoforo (Il Cordovano); Giovanna Casolla, Nicola Martinuci, Franco Giovine, Monica Minarelli, Antonella Trevisan (Cavalleria rusticana)

Regia: Stefano Vizioli

Scene: Giovanni Dessì (Il Cordovano); Maurizio Varamo da un quadro di Renato Guttuso (Cavalleria rusticana)

Costumi: Anne Marie Heinreich

Orchestra: Orchestra del Teatro dell'Opera di Roma

Direttore: Marcello Panni

Coro: Coro del Teatro dell'Opera di Roma

Maestro Coro: Andrea Giorgi

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