Le geometrie di Esa-Pekka Salonen

Con l' Orchestre de Paris a Torino, Ferrara e Milano

Esa-Pekka Salonen
Esa-Pekka Salonen
Recensione
classica
Teatro alla Scala, Milano
Esa-Pekka Salonen e l'Orchestre de Paris
29 Aprile 2022

Dopo il concerto al Lingotto di Torino e a Ferrara Musica, l' Orchestre de Paris è arrivata ospite alla stagione sinfonica della Scala. Sul podio Esa-Pekka Salonen che ha scelto un programma fatto apposta per mettere in risalto le grandi qualità dell'organico. Colore, precisione, compattezza di ogni sezione. La sala del Piermarini non è certo l'ideale per valorizzare tali caratteristiche, ma l'esito è stato comunque straordinario. In apertura di serata la Pavane pour une infante défunte di Ravel ha confermato di quali capacità analitiche sia capace il direttore finlandese. Ne è risultata un'esecuzione lineare, trasparente, rigorosissima. Priva tuttavia di quella nobile tristezza che forse richiederebbe il brano. La perizia analitica di Salonen è risultata invece molto favorevole al Mandarino meraviglioso di Bartok, eseguito in seconda battuta. La lettura è stata esemplare, barbare violenze di assoluta trasparenza in ogni dettaglio, intese perfette nei momenti più delicati e sospesi, il tutto sostenuto con grande vigoria e decisione. Da ricordare senz'altro.

Il risultato è stato invece diverso con la Symphonie fantastique di Berlioz in chiusura di serata. Il direttore ha proposto una coerente interpretazione lucidissima, asciutta, senza fronzoli, i passaggi sognanti sempre trattenuti, con precisione assoluta ed effetti sonori di raro ascolto. L'impressione che se n'è ricavata è però di una quasi totale mancanza di irrazionalità, fondamentale alla carica visionaria di Berlioz. Tutto è risultato logico, sistematico, coerente, equilibratissimo, come un raffinato esercizio di stile. L'orchestra ha risposto mirabilmente a questa impostazione di raro ascolto, ma alla fine è rimasta la sensazione di aver visitato una interessante mostra di pittura cubista, della quale si sono apprezzati gli accostamenti delle forme, ma sempre con qualche difficoltà a poter cogliere la figura intera.

Grandi e lunghissimi applausi a fine concerto, col caloroso intervento di molti fans dal loggione. Come bis Salonen ha poi offerto una limpida esecuzione di Le Jardin féerique da Ma mère l'Oye di Ravel.


 

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