Lady Semiramide

Dopo un inizio prevedibile, manierato e fiacco, un secondo atto splendido, con palcoscenico e orchestra illluminate da un "fuoco nero".

Recensione
classica
Teatro dell'Opera Roma
Gioachino Rossini
15 Febbraio 2005
Naturalmente ci sono le colonne e le scale di Pizzi, questa volta non neoclassiche ma barocche, per una cupa chiesa con una grande urna funebre che sovrasta l'altare. Né può mancare il richiamo a Canova e quindi c'è anche una "paolina", su cui sta sdraiata Semiramide. Insomma sembra l'ennesima variazione di Pizzi sui suoi temi favoriti. Lo stesso vale per Gelmetti, che ripropone il suo Rossini al rallentatore, che non esclude a priori la drammaticità ma è sempre a rischio di torpore. Per gran parte del primo atto regista e direttore proseguono così, in modo sostanzialmente piatto, finché l'apparizione dell'ombra di Nino nel finale primo segna una svolta e getta su tutto quel che segue una luce potentemente drammatica, preromantica, fatta di bagliori violenti e ombre impenetrabili. Splendido in particolare il duetto Semiramide-Assur all'inizio del secondo atto, che viene cantato dai due sulla paolina in una lotta di attrazione e repulsione, e rivela un groviglio di ambizione, sensualità, delitto, potere, complicità e odio, che non ha nulla da invidiare a Macbeth e alla sua Lady. Insomma non c'è più Rossini di là e Verdi di qua, ma c'è continuità. Tutto senza forzature stilistiche e lasciando risplendere anche i momenti belcantistici, quando i cantanti entrano in una dimensione altra da quella del dramma, avanzando verso il pubblico su due passerelle che scavalcano l'orchestra. Non sembra più la stessa Semiramide del primo atto, questa è splendida. Ma che peccato i tanti piccoli tagli! Cantanti magnifici. Darina Takova, eliminando le invadenti puntature all'acuto che aveva fatto ascoltare a Pesaro, ricrea Semiramide come un ruolo Colbran, scuro e drammatico. Daniela Barcellona ritrova, dopo un periodo di affaticamento, la sua gloriosa vocalità. Michele Perusi ha non solo stile ma tira fuori una sottile perfidia che non gli conoscevamo. Antonino Siragusa risolve senza problemi l'ingrato ruolo di Idreno ma ha timbro molto nasale. Successo pieno.

Note: Nel 125° anno dalla fondazione del Teatro Costanzi. Nuovo allestimento

Interpreti: Takova / Taliento, Barcellona / Oprisanu, Pertusi / Guagliardo, Siragusa / Giovannini, Soloviy / Farneti , Giovannini / Opa, Guagliardo / Palazzi, Guerzoni

Regia: Pier Luigi Pizzi

Scene: Pier Luigi Pizzi

Costumi: Pier Luigi Pizzi

Orchestra: ORCHESTRA DEL TEATRO DELL'OPERA

Direttore: Gianluigi Gelmetti

Coro: CORO DEL TEATRO DELL'OPERA

Maestro Coro: Andrea Giorgi

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