La strana coppia

Janáček e Poulenc abbinati a Berlino

Recensione
classica
Staatsoper Berlin Berlino
Francis Poulenc
07 Novembre 2014
L'idea originale e vincente del drammaturgo Detlef Giese e di Günther Albers è stata di combinare, in modo alternato, "Il diario di uno scomparso" (1919) di Janáček e "La voix humaine" di Poulenc (1959). Due opere che, non solo a livello musicale, son abbastanza diverse fra di loro: da un lato "lo scomparso", protagonista del ciclo di Lieder, abbigliato in modo tardo ottocentesco, dall'altro in abiti anni Cinquanta o in lingerie "la senza nome" sorprendentemente somigliante alla Callas (che l'editore di Poulenc avrebbe desiderato come prima interprete di questa tragédie lyrique). La regista Isabel Ostermann li racchiude in due spazi piccoli, incorniciati da una struttura minima di legno bianco e delimitati da neon, una sorta di dimora precaria per queste due solitudini affiancate. Per favorire l'immedesimazione fa sedere il pubblico attorno alla scena, molto vicino ai cantanti. I rispettivi libretti cantati in originale, francese e ceco (con sottotitoli tedesco), risultano comprensibilissimi; l'angoscia è universale. Un pianoforte, qualche musica extradiegetica, uno xilofono a mo' di telefono per lei, il terzetto vocale fuori campo. Lei telefona, e beve, scivolando in un delirio alla Molly Bloom, lui scrive un diario, con penna e calamaio, in un crescendo di disperazione. Il mixaggio suggerisce quasi l'idea che il canto di uno influenzi quello dell'altra e ne sia la risposta: due anime in dialogo, ma a distanza. I cantanti, Löffler e Kristjánsson, giovani e belli, hanno qualità vocali simili e ottima presenza scenica, sono protagonisti credibili. Preciso il montaggio musicale di Albers, buona l'interpretazione di Vitlin, perfetti i tempi, il ritmo, la delimitazione degli spazi, il dialogo col pubblico. Azzeccata l'ambientazione nella Werkstatt della Staatsoper berlinese.

Note: © foto Vincent Stefan

Interpreti: Mezzosoprano: Carolin Löffler Tenore: Benedikt Kristjánsson Terzetto vocale: Caroline Seibt, Lena Haselmann, Verena Allertz Drammaturgia: Detlef Giese Tecnici del suono: Johannes Seibt, Hendrik Rosenkranz Nella recita del 14/11 il pianista Alexander Vitlin sostituiva Albers

Regia: Isabel Ostermann

Scene: Stephan von Wedel

Costumi: Birgit Wentsch

Direttore: Günther Albers

Luci: Irene Selka

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Piace l’allestimento di McVicar, ottimo il mezzosoprano Lea Desandre

classica

A Bologna l’opera di Verdi in un nuovo allestimento di Jacopo Gassman, al debutto nella regia lirica, con la direzione di Daniel Oren

classica

Napoli: il tenore da Cavalli a Provenzale