La prima volta di Evelino Pidò

Con l'Otello, trionfa Enelino Pidò alle Chorégies di Oranges. Uno spettacolo musicalmente riusciuto, fino all'ultimo messo in dubbio dagli scioperi.

Recensione
classica
Chorégies de Orange Orange
Giuseppe Verdi
15 Luglio 2003
Per uno dei direttori italiani più contesto dai teatri francesi, Evelino Pidò, si trattava della prima volta. Mai aveva diretto, prima di Orange, Otello. Ovviamente, la preparazione è stata lunga, minuziosa, in grande parte basata sull'autografo verdiano: "Si capiscono meglio le intenzioni del compositore, il fraseggio", spiega Pidò al termine dello spettacolo. E quello di Pidò è un Otello in cui la cura del particolare è sempre messa al servizio di una più ampia coscienza architettonica, che ingloba l'intera opera. La scrittura orchestrale è ricchissima con tanti assoli che sono incastonati nella partitura: si tratta di un'occasione unica per dare risalto all'Orchestre national de France, la bella macchina della Maison de la Radio, che a volte può deludere quando è affidata a bacchette incerte. "Non esistono cattive orchestre, ma solo cattivi direttori", ripete Pidò, insistendo sul fatto che lui fa parte della "vecchia guardia". Ad Orange, l'Orchestre national de France travolge, regalando al pubblico un Otello tempestoso, in cui mai la tensione è allentata: la drammaturgia verdiana non ammette soste, non tollera cadute di ritmo. Niente orpelli, ma sempre dritti alla meta. Il cast assecondava lo spettacolo, rivelando grandi sorprese. La voce della Desdemona di Tamar Iveri possiede un timbro suadente che non cede ad alcuna asprezza. Purtroppo, il volume non sempre la sostiene. Il tenore Vladimir Galouzine ha rivelato alcuni momenti di stanchezza. Invece, impeccabile e sempre straconvincente lo Iago di Jean-Philippe Lafont. Il regista Nicolas Joël ha fatto del suo meglio per trarre profitto dal mitico muro romano del teatro antico di Orange. Uno spazio tanto suggestivo, quanto difficile da gestire per le sue proporzioni colossali. Alcune gru servivano a trarlo d'impaccio. Sicuramente l'elemento artisticamente più riuscito sono state le luci di Vinicio Cheli. I circa diecimila spettatori di Orange sono rimasti conquistati da uno spettacolo musicalmente riuscito. E per Evelino Pidò, la lista degli appuntamenti in Francia rischia di allungarsi: a dicembre sarà a Marsiglia per Trovatore e poi a gennaio a Bordeaux per Falstaff. "Con molte prove", specifica. A margine, va segnalato un incidente causato dalla diretta televisiva su France 2 che ha deciso di trasmettere, senza consultarsi con la direzione del Festival delle Chorégies, un comunicato ostile agli "intermittants du spectacle" in sciopero in Francia da fine giugno. Gli artisti irritati hanno deciso, durante l'intervallo, di incrociare le braccia. Vi sono volute quasi due ore di trattativa per convincerli ad assicurare lo spettacolo che alla fine si è concluso con enorme ritardo. I telespettatori a casa, senza rendersi conto di nulla, hanno assistito ad uno strano mix tra i primi due atti in diretta e gli ultimi due ripresi da una cassetta precedentemente registrata... Una scelta che non può mancare di suscitare reazioni e polemiche. Ma Otello è stata vittima ignara.

Interpreti: Tamar Iveri, Desdemona; Nona Javarhidze, Emilia; Vladimir Galouzine, Otello; Jean-Philippe Lafont, Iago; Yann Beuron, Cassio; Luigi Roni, Ludovico; Martial Defontaine, Roderigo; Nicolas Testé, Montano; Jean-Louis Serre, Un Araldo

Regia: Nicolas Joel

Costumi: Franca Squarciapino

Orchestra: Orchestre National de France

Direttore: Evelino Pidò

Coro: Cori dei teatri lirici di Toulon, Tours, Avignone, Ensemble vocal des Chorégies d'Orange, Maîtrise de l'Opéra d'Avignone

Maestro Coro: Stefano Visconti

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