La lezione di Toscanini

Alla Scala anche Mattarella per il concerto celebrativo

Recensione
classica

Per il concerto del centoquantesimo anniversario della nascita di Toscanini la Scala si è adobbata come per le grandi occasioni, con decorazioni floreali tricolori sul palco centrale e in proscenio. Presente il capo dello Stato Mattarella che alla sua apparizione ha avuto un applauso interminabile, più di quanto ci si potesse aspettare, più di quanto viene tributato a una star. Al seguito il ministro dei Beni Culturali Franceschini, il governatore della Lombardia Maroni, il sindaco di Milano Sala. Il programma scelto da Riccardo Chailly per celebrare il maestro, grande riformatore della figura del direttore d'orchestra e del teatro milanese agli inizi del Novecento, ha inevitabilmente assunto significati più ampi. La Settima di Beethoven (già in cartellone della Filarmonica il 6 marzo scorso, abbinata a L'imperatore suonato da Pollini) ha ricordato la passione che Toscanini provava per il compositore tedesco; lo Stabat Mater e il Te Deum dai Quattro pezzi sacri hanno reso omaggio alla profonda sintonia musicale fra il direttore parmense e il compositore di Roncole, nonché alle loro comuni radici. Mentre l'Inno delle Nazioni di Verdi, ultimo del cartellone, porta con sé tale accumulo di Storia che giustifica quanto alle nostre orecchie oggi può suonare retorico. Composto per l'Esposizione Universale di Londra del 1862 su testo di Arrigo Boito, con le citazioni di "God save the Queen", della "Marsigliese", del risorgimentale "Canto degli Italiani" di Mameli (destinato a divenire nostro inno nazionale), all'origine doveva significare la definitiva pacificazione fra i popoli. Ahimè invano, perché otto anni dopo scoppierà la guerra franco-prussiana e nel secolo successivo ce ne saranno le altre due mondiali. La partitura verdiana riprese nuova vita nel 1943, quando diventò il soggetto del film Arturo Toscanini: Hymn of the Nations, nel quale il maestro sul podio della NBC Orchestra fece inserire "Star-Spangled Banner" e l’"Internazionale" in ricordo dei soldati americani e russi caduti in guerra. E se ancora potrebbe servire a onorare le vittime di altri conflitti più vicini nel tempo ma lontani dai nostri confini, oggi per noi rimane un monito a non permettere nuove forme di divisioni tra i popoli.

Tutto nella serata Toscanini si è comunque svolto e diretto nel migliore dei modi. Sala pienissima, compresi palchi e loggione. Al termine grandi ovazioni per Riccardo Chailly, per lo straordinario coro diretto da Bruno Casoni, vero pilastro della Scala, per Francesco Meli voce solista nell'Inno.

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