La guerra dei sessi secondo Schubert

Prima, felicissima rappresentazione italiana delle Congiurate, nella versione ritmica iniziata da Fedele D'Amico e completata da Sergio Sablich.

Recensione
classica
Settimana Musicale Senese Siena
Franz Schubert
13 Luglio 2004
Schubert ha trasferito la "Lisistrata" di Aristofane dalla Grecia antica al Medioevo delle crociate e Denis Krief può essere autorizzato a spostarla a sua volta in un'altra epoca, perché si tratta dell'eterna guerra tra i sessi. Dunque gli abiti sono moderni e l'azione si svolge su due grandi pedane, una in forma di x e l'altra di y (sono i simboli dei cromosomi femminili e maschili), ricoperte rispettivamente con foto tratte da rotocalchi e con pagine di quotidiani, prevalentemente "Sole 24 Ore" e "Corriere dello Sport". Krief ribadisce insomma un'idea stereotipata degli interessi femminili e maschili, ma è giusto così, perché "Le congiurate" (o La guerra domestica) non ambisce certamente a ribaltare i soliti modelli e ha un tono molto ottocentesco e borghese. La sua regia vivace, leggera, spumeggiante, divertentissima, senza fisime intellettualistiche, è proprio quel che ci vuole per questa commediola. Finalmente si scopre uno Schubert capace di fare teatro, con situazioni ben individuate e con un ritmo svelto, appena punteggiato da qualche delicato momento di sospensione lirica. Questa musica non è un capolavoro assoluto ma è perfetta nel suo genere, e, trattandosi di Schubert, non è certo il caso di sottolinearne la gradevolezza melodica e la felicissima orchestrazione. Gérard Korsten dirige con cura ma con quell'assenza di comunicativa, di cordialità, di humour già rimarcata in altre occasioni. Marcella Orsatti Talamanca, Monica Colonna, Giovanna Donadini, Laura Polverelli e Andrea Concetti sono perfetti in questo canto che da una parte è liederistico ma dall'altro già anticipa l'operetta danubiana. L'Accademia Chigiana, riprendendo una vecchia idea di Fedele D'Amico rimasta irrealizzata, ha presentato questo Singspiel in traduzione italiana. Inutile ridiscutere qui i pro e i contro di tale scelta, ma è bene che un'istituzione così prestigiosa ribadisca che la vecchia "versione ritmica" è un'opzione ancora possibile.

Interpreti: Il conte Heribert von Luedenstein, Andrea Concetti; Astolf von Reisenberg, Leonardo De Lisi; La contessa Ludmilla, Marcella Orsatti Talamanca , Helene, Monica Colonna; Isella, Giovanna Donadini; Udolin, Laura Polverelli

Regia: Denis Krief

Scene: Denis Krief

Costumi: Denis Krief

Orchestra: Orchestra della Toscana

Direttore: Gérard Korsten

Coro: Coro Guido Monaco di Prato

Maestro Coro: Lorenzo Fratini

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo

classica

Napoli: per il Maggio della Musica

classica

Nuova opera sul dramma dell’emigrazione