La Gioconda restaurata

Con coerenza quest'allestimento rilegge La Gioconda, liberandola da oleografia e grand-guignol, e dimostra che Ponchielli era perfettamente al passo coi tempi.

Recensione
classica
Teatro Goldoni Livorno
Amilcare Ponchielli
29 Gennaio 2005
Se La Gioconda deve essere una lotta di decibel tra cinque grandi voci, allora non ci siamo proprio. Ma l'opera di Ponchielli è qualcosa di più e quest'edizione, partita da Livorno per raggiungere altri quattro teatri, lo dimostra con una coerenza di fondo che le fa perdonare anche i difetti. Denia Mazzola Gavazzeni dà il "la" allo spettacolo con un'interpretazione che, nonostante (o grazie a) il volume tutt'altro che torrenziale e le stridenti disuguaglianze di registro, spreme tutto il significato da ogni nota e ogni parola, dando al personaggio chiaroscuri musicali e spessori drammatici che, oltre a essere meno epidermici d'un "Suicidio!" sparato a pieni polmoni, fanno scoprire un Ponchielli che già fiuta l'aria del decadentismo. Sulla stessa lunghezza d'onda è Lukas Karytinos, che non va a caccia di effetti isolati e dimostra la coerenza di un'orchestra e di un'armonia ricche di idee e soluzioni originali, che creano tinte tutt'altro che sgargianti e volgari ma sfuggenti e inquietanti. Sulla scena queste tinte trovano l'equivalente in una Venezia notturna, i cui palazzi grandiosi e le cui strette calli affacciate sulle acque nere e mortifere della laguna si materializzano con un abile gioco di proiezioni, come apparizioni oniriche e fantasmatiche. La regia di Micha van Hoecke sostituisce il grand-guignol con una mistura di cupezza e frivolezza che traduce bene il ghigno del libretto di Boito. Esemplare della sua regia è Alvise: alto, pallido e allampanato (e cantato con voce scura e rigida da Marco Spotti), tiene sempre le braccia immobili lungo il corpo e nei momenti di massima collera cammina inanemente in tondo. Vittorio Vitelli è un ottimo Barnaba e usa intelligentemente la sua bella voce brunita, senza abusarne per effetti tonitruanti. Bene Annamarai Chiuri (la cieca). Stentano un po' a inserirsi in questa Gioconda "depurata" la Laura di Laura Brioli, comunque corretta, e l'Enzo di Ignacio Encinas, piuttosto forzato.

Note: Nuovo Allestimento del CEL Teatro di Livorno, in Coproduzione con CittàLirica (CEL Teatro di Livorno, Teatro del Giglio di Lucca, Teatro di Pisa), Teatro Sociale di Rovigo e Teatro Comunale di Modena

Interpreti: Mazzola Gavazzeni/Spaggiari, Brioli/Chiuri, Spotti/Buttol, Chiuri/Bertoli, Encinas/Panajia, Vitelli/Zanon, Polidori, La Colla, Manghesi

Regia: Micha van Hoecke

Scene: Cristiano Bacchi

Costumi: Marella Ferrera

Corpo di Ballo: Ensemble di Micha van Hoecke

Coreografo: Micha van Hoecke

Orchestra: Orchestra Cittàlirica

Direttore: Lukas Karytinos

Coro: Coro Cittàlirica; Coro di Voci Bianche del Progetto Didattico del CEL Teatro di Livorno

Maestro Coro: Marco Bargagna; maestro del coro di voci bianche Marisol Carballo

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Bologna: il nuovo allestimento operistico dell’Orchestra Senzaspine ha debuttato al Teatro Duse

classica

Successo per Beethoven trascritto da Liszt al Lucca Classica Music Festival

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo