Il microcosmo di "Don Carlo"
Ferruccio Furlanetto trionfa a Vienna
Recensione
classica
È la versione in italiano (e dunque in quattro atti) che la Staatsoper ha deciso di portare in scena. Rispetto a quello pensato per l’Opéra di Parigi nel 1867, è un Don Carlo che perde una “s” e insieme l’intero atto di Fontainebleau, ma sicuramente ci guadagna in rapidità drammaturgica. Lingua del libretto a parte, c’è comunque molta Italia in questa produzione: dal regista al direttore d’orchestra, dagli scenografi al costumista al coreografo e ancora alle luci, senza dimenticare alcuni membri eccelsi del cast.
Daniele Abbado opta in regia per l’essenzialità: monumentale e nello stesso tempo opprimente è l’universo in cui si svolge la tragedia. La scena evoca gli spazi dell’Escurial: un microcosmo che fagocita le libertà individuali in ossequio all’ideologia.
Tradizionalmente, la Staatsoper punta soprattutto sulle voci e quelle riunite per l’occasione sono tutte prodigiose. Accanto a Dmitri Hvorostovsky che ci regala un Rodrigo in crescendo e a Eric Halfvarson che fa un’apparizione che passa tutt’altro che inosservata nei panni del Grande Inquisitore, brillano Stefano Secco, Ferruccio Furlanetto e Maria Pia Piscitelli. Quest’ultima è un’Elisabetta dalla vocalità sempre avvolgente, mai urlata. Furlanetto, poi, è una lezione di interpretazione che deambula su scena: una tecnica messa al servizio della musica, un timbro vellutato, un legato che non lo tradisce mai, neppure nelle zone estreme della sua tessitura, e infine una recitazione naturale. Con lui, Filippo II si ritrova a dominare (almeno musicalmente).
A Marco Armiliato piacciono i tempi rapidi. Scelta coerente con i consigli impartiti da Verdi. Peccato qualche pasticcio, specie nell’insieme con il coro. Il compositore raccomandava la cura delle “masse” (orchestre e coro) e se ne capiscono le ragioni.
Note: regia di Daniele Abbado
Interpreti: Ferruccio Furlanetto, Stefano Secco, Dmitry Hvorostovsky, Maria Pia Piscitelli, Béatrice Uria-Monzon
Scene: Graziano Gregori, Angelo Linzalata
Costumi: Carla Teti
Coreografo: Simona Bucci
Direttore: Marco Armiliato
Luci: Alessandro Carletti
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
classica
La prima assoluta di “Adam und Eva” di Mike Svoboda da un testo teatrale di Peter Hacks inaugura l’annuale edizione degli Schwetzinger SWR Festspiele
classica
Un concerto memorabile inaugura Bologna Festival 2025 su pagine di Rossini, Verdi e Brahms
classica
A Bologna con l’Orchestra del Comunale insieme a pagine di Wagner e Britten.