Il belcanto di Cecilia

Cecilia Bartoli per la Sagra Musicale Malatestiana

LF

01 ottobre 2025 • 2 minuti di lettura

Cecilia Bartoli
Cecilia Bartoli

Rimini, Teatro Amintore Galli

Concerto Cecilia Bartoli

28/09/2025 - 28/09/2025

Cecilia Bartoli ha una predilezione particolare per Rimini. Ospite d’onore nel 2018 per la riapertura del Teatro Amintore Galli dopo 75 anni dai bombardamenti del 1943, la cantante è tornata su quel palcoscenico anche nel 2020 e 2021 e in occasione del concerto di cui parliamo, un recital insieme a Les Musiciens du Prince-Monaco diretti da Gianluca Capuano, nell’ambito della Sagra Musicale Malatestiana.

Intitolato alle canzoni d’amore lungo due secoli di belcanto, il concerto ha seguito un filo cronologico e toccato i più vari “affetti”, di cui Bartoli è stata interprete sopraffina. Perché proprio le qualità interpretative, la capacità di scendere nei personaggi e un connaturato senso del teatro - che è emerso largamente anche in questo concerto che teatro, appunto, non era – e il profondo lavoro sulla parola, sempre espressa nel canto come entità comunicativa, fanno di questa cantante, pur discussa in alcune occasioni, una grande diva. E come diva il pubblico la ha aspettata, ascoltata e applaudita in questo concerto-spettacolo.

Da Monteverdi, dunque, fino a Rossini, attraverso gli autori prediletti, Steffani, Händel, Vivaldi, Mozart, in un percorso variegato di arie di furore e di arie marziali, in competizione guerresca con una splendida tromba (e dispiace non vedere nel libretto di sala il nome di questo virtuoso dello strumento, come degli altri solisti – all’oboe, al clarinetto, all’arpa, al mandolino- che hanno duettato con la cantante) alternate con pagine dove prevale un altro ordine di emozioni, come l’abbandono, il languore e il dolore. La grande espressività e il senso della parola hanno davvero creato degli spaccati di teatro, di cui Bartoli era protagonista assecondata e sorretta da musicisti straordinari, a volte bellicosi nel turbine delle note, altre capaci di pianissimi, insieme a lei, al limite dell’udibile.

Le agilità e le colorature, per le quali il mezzosoprano è celebre, c’erano tutte, velocissime e acrobatiche, anche esibite come gioco a fine concerto in una gara con il trombettista di qualche aria prima, con lei che imitava gli squilli e i passaggi sempre più impervi dello strumento, tra salti di registro e trilli impossibili.

Il virtuosismo interpretativo si è evidenziato particolarmente nel contrasto tra la mestizia dolorosa del Rossini serio (Assisa a pie’ d’un salice, da Otello) e la brillantezza di quello buffo, con la cavatina di Rosina dal Barbiere; altri caratteri sono emersi nei bis, dove è apparsa la incredula ingenuità del Cherubino di “Voi che sapete” e perfino (“sorpresa”! ha annunciato l’artista) la sensualità della Seguidilla di Bizet: una Carmen, con tanto di nacchere, di un magnetismo incredibile.

Le gag finali hanno condotto la tromba barocca in un duo jazz con il contrabbassista, e Bartoli ad intonare Summertime…..

Teatro in festa, pubblico in visibilio, ovazioni e mille mille applausi.