Il beat dell'artigiano

Torna a Settembre Musica "Experimentum Mundi", il concerto per percussioni e suoni di lavoro artigiano che Giorgio Battistelli dirige con energia travolgente da vent'anni in tutto il mondo;

Recensione
classica
Settembre Musica Torino
Giorgio Battistelli
17 Settembre 2003
A Torino Settembre Musica "Experimentum Mundi" fa ancora rumore. Dimostra che si può anche fare un repertorio di contemporanea, se non si accoltellano piacere dell'ascolto e condivisione emotiva. Dal 1981, quando Giorgio Battistelli ha ideato questo energico, robusto, travolgente concerto per percussionista e suoni del lavoro artigiano italiano (bottai, arrotini, pasticceri, muratori, scalpellini, calzolai, signore mogli in coro di streghe/prefiche/rosario ovvero mogli-Santippe terribili ma sostenitrici), le rappresentazioni sono state più di 200. Altre 2.000 potranno esserci continuando a sostituire figli d'arte a padri artigiani in pensione concertistica, perché come capita spesso con le percussioni questa musica contemporanea - scandita da pagine dall'"Encyclopédie ou Dictionnaire raisonné, des sciences, des arts et des métiers" di Diderot e d'Alembert declamati percussivamente da un attore - ci prende alle solite solide radici ancestrali africane nostre, e tutto funziona come a un concerto rock: beat, colpi, che orchestrati dal vivo dal corpo scatenato saltellante sudato vulcanico e gioioso del compositore-direttore diventano un corporale, nobile strumento polimorfo. "Experimentum Mundi dimostra che: 1) Giorgio Battistelli è il musicista italiano più teatrale, performante, efficace dal vivo di tutti i nostri alive, 2) lontani dall'incubo/enigma dello scrivere per orchestra e per voce oggi, è possibile inventare varie opzioni di entusiasmo concertistico, di comunione di emozioni tra performers e pubblico, 3) Giorgio Battistelli, che nel 2004 succederà a Uri Caine alla direzione della Biennale Musica di Venezia (lasciandoci pregustare – slurp - serate sanguigne e fiammeggianti ben diverse dal jazz sophisticated e cerebrale degli amici newyorchesi) crea composizioni democratiche e zen: in questo progetto – che all'inizio per qualche secondo sembra una scena di mondo alla rovescia di Buñuel o Monthy Python - mette al centro il "samu", il lavoro manuale come virtù spensierante del monaco o uomo naturale (Rousseau?), e la summa di un popolo, l'italiano, che in realtà ama il lavoro quando ne può coltivare testa e coda, alfa e omega, a ritmi naturali e indipendenti, ovvero anti-capitalistici, raccolto in una comunità di persone uguali nella loro prodigiosa diversità di competenze e regola d'arte.

Note: Coordinamento artistico di Paolo Frassinelli

Interpreti: Alfredo Sannibale, Gianni Sannibale, bottai Silvio Tamburri, Alberto Casini, falegnami Marcello Di Palma, pasticciere Antonio Innocenzi, Oberdan Carpineti, selciaioli Ciro Paudice, Maurizio Verdosci, muratori Fabio Sannibale, Edoardo Borgianni, fabbri Miro Carpineti, Aldo Sardilli, arrotini Fernando Carpineti, scalpellino Sergio Leandri, Guido Salustri, calzolai Paola Calcagni Ida Sannibale Annarita Severini Elvira Tamburri, voci Nicola Raffone, percussioni Bernard Freyd, attore

Direttore: Giorgio Battistelli

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