I tesori di Ariadne

L'esecuzione in forma di concerto dell'"Ariadne auf Naxos" al Concertgebouw, con Lothar Zagrosek sul podio, ha messo in risalto le raffinatezze della partitura, il collage polistilistico, le strette relazioni tra le parti vocali e quelle strumentali. Applauditissima l'effervescente prova di Celena Shafer nei panni di Zerbinetta.

Recensione
classica
Concertgebouw Amsterdam
Richard Strauss
19 Ottobre 2003
Il Concertgebouw di Amsterdam ha ospitato per una matinée, l'"Ariadne auf Naxos" di Strauss. Tendenza assai diffusa quella di eseguire opere intere in forma di concerto, e che nel caso di "Ariadne" avrà forse svilito il suo contenuto teatrale e metateatrale, ma ha certamente messo in risalto i tesori della partitura, la raffinata contaminazione di stili, l'intrigante gioco di specchi, che anche fuori della rappresentazione scenica mette a confronto universi contrapposti e paralleli: mondo settecentesco e antichità classica, fedeltà e oblio, ironia comica e magniloquenza tragica. Lothar Zagrosek ha diretto l'Orchestra filarmonica della Radio olandese, staccando tempi mossi, tenendo sempre alta la tensione anche attraverso repentini cambi delle atmosfere sonore, intrecciando strettamente i recitativi con le interiezioni dell'orchestra, dedicando una cura estrema alle sfumature dinamiche e alle miscele timbriche, svelando le finezze cameristiche della scrittura orchestrale. L'esecuzione in forma di concerto ha permesso così di cogliere nitidamente le strette relazione tra le parti vocali e l'orchestra (l'organico comprende diverse percussioni e alcuni strumenti a tastiera raramente utilizzati in orchestra come l'harmonium, la celesta e il pianoforte), il fitto intreccio di motivi, il collage polistilistico, ad esempio nel duetto tra Ariadne e Zerbinetta. Vedere fianco a fianco i personaggi dell'opera e i trentasette strumentisti, solisti eccezionali, permetteva di capire come gli uni e gli altri fossero in quest'opera parte di una unica trama musicale, raffinata, duttilissima, nella quale Strauss manipola con grande abilità i pezzi chiusi derivati dall'opera barocca, creando un tessuto polifonico trasparente, dalla timbrica variabile, in cui si fondono nostalgia del passato e modernità. Ariadne era Eva-Maria Westbroek (soprano olandese già ammirata a Bregenz come protagonista della "Julietta" di Martinu), voce di grande bellezza timbrica, piena di slanci, con emozionanti sfoghi negli acuti. Bacco era Robert Dean Smith, che faceva la sua apparizione dalla parte più alta del Podium riempiendo il Concertgebouw con la sua voce eroica, cresciuta nel repertorio wagneriano. Perfetti i concertati delle maschere e quelli delle tre ninfe (impareggiabili per la nitidezza delle linee e il calore, la sensualità del suono). Minuta e effervescente, come si conviene al suo personaggio, era la Zerbinetta di Celena Shafer, soprano americano al suo debutto in Olanda: una voce piena di brio, timbratissima ma non solo pungente, Zagrosek la dirigeva come fosse uno strumento, e lei affrontava le impervie colorature giocosamente come fossero rimbalzi di una palla. Per lei, il pubblico olandese, di solito compassato, è esploso in applausi fragorosi, incontenibili.

Interpreti: Eva-Maria Westbroek, prima donna/Ariadne; Robert Dean Smith, tenore/Bacchus; Celena Shafer, Zerbinetta; Geert Smits, Arlecchino; Marcel Reijans, Scaramuccio; Markus Marquardt, Truffaldino; Peter Umstadt, Brighella; Annette Seiltgen, Margarita de Arellano, Dorothy Grandia, ninfe; Anke Vondung, compositore; Eike Wilm Schulte, maestro di musica; Brian Galliford, maestro di ballo; Dieter Weller, maggiordomo

Orchestra: Radio Filharmonisch Orkest Holland

Direttore: Lothar Zagrosek

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