I Mendicanti (i diversi) di Gay-Britten-Ovadia

The Beggar's Opera inaugura il II anno della nuova stagione lirica di Bari e ispira un corso (Lingue,Storia della Musica, Prof. Moliterni) che dimostra la possibilità di unire vita teatrale e vita studentesca.

Recensione
classica
Teatro Petruzzelli Bari
Benjamin Britten
07 Ottobre 2005
Con coraggio e gusto la II stagione della Fondazione Petruzzelli e Teatri di Bari prende l'abbrivo dalla Beggar's Opera di Gay (1728) e riconfezionata nel suo assetto musicale da Britten (1948). Un'operazione culturale tout court, capace di restituire all'uditorio sia l'originale verve satirica del testo di Gay – tutta settecentesca swiftiana nella forma, ma attualissima nei conenuti – sia la raffinatezza dell'orchestrazione e della drammaturgia britteniana, che, preservando le linee melodiche delle antiche ballads popolari, configura con soli 12 solisti una gamma inesauribile di situazioni espressive. La dimestichezza con Stravinskij ha permesso al M°Marrone di destreggiarsi con sapienza nelle polifonie di Britten, dominando l'insidiosa intermittenza di una partitura sfaccettata nell'agogica e nelle soluzioni coloristiche (per tacere dello 'straniamento' che in più occasioni si viene a creare fra canto e orchestra). L'ottimo cast vocale – quasi tutto di madrelingua, tranne le brave Sborgi e Mastromarino e il russo Popov – ha poi mantenuto una tensione costante, non facile da ottenere nella mescidanza di parlato/cantato congenita al genere ballad-opera. Corretta, ma un po' inerte, la regia di Ovadia, ubiquo régisseur che nei cambi di scena ribadiva il livello metateatrale dell'opera, riservandosi la morale della storia nel suo assolo finale tra la platea, contenta degli inserti in slang anglo-barese. Le scene di Carluccio traducono 'beggar' come 'straccione' e realizzano le quinte con cascate di stracci, citando, attraverso cataste di cartoni, lavatrici e frigo – alla Schwitters –le discariche abusive del nostro Sud. Geniali i costumi della Savi che reinventano la sartoria settecentesca in stile punk-metallaro anni '80 (jeans, borchie, chiome al neon, oggettistica porno-shop). Repliche il 9 e 11. Coraggio e gusto!

Note: Nuovo allestimento della Fondazione Petruzzelli e Teatri di Bari

Interpreti: Moni Ovadia (Beggar), Gabriella Sborgi (Mrs. Peachum), Ilia Popov (Mr. Peachum), Julianne Young (Polly Peachum), Simon Edwards (Captain Macheat), David Gagnon (Filch), Mark Holland (Lockit), Terese Cullen (Lucy Lockit), Lucia Mastromarino (Mrs. Trapes)

Regia: Moni Ovadia

Scene: Giovanni Carluccio

Costumi: Elisabetta Savi

Coreografo: Elisabeth Boeke

Direttore: Rino Marrone

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