Gli spiriti di un nuovo teatro
Cucinelli per inaugurare il suo teatro ha voluto troppo evidentemente l' " evento"
Recensione
classica
Brunello Cucinelli è un imprenditore molto particolare, un po' filosofo, un po' mecenate. Ora ha voluto regalare a se stesso e a Solomeo - il piccolo borgo vicino a Perugia che ha restaurato e dove ha stabilito la sua fabbrica di cachemire - anche un teatro. Lo spettacolo d'inaugurazione era inevitabilmente destinato a rappresentare la filosofia della persona e della sua azienda: un lato trendy - Ludovico Einaudi e Luca Ronconi - e un lato etico e sociale - un racconto africano rielaborato da Cesare Mazzonis, con un finale che ricorda le sofferenze di quei popoli per le carestie e le siccità. Si recita, si canta, si danza, ma non è teatro di prosa né opera né balletto: è, ovviamente, "un progetto". Si ha l'impressione che, senza quest'occasione particolare e un po' ristretta, né Ronconi né Einaudi avrebbero mai sentito la necessità di portare in scena Nel Bosco degli Spiriti. Ronconi non fa molto, ma quando fa qualcosa (le ombre sussurranti che si dirigono alla città dei morti) lascia il segno. Einaudi si ripete molto, in tutti i sensi: come in un disco e in un tour recenti ha chiamato Ballakè Sissoko, grande virtuoso della kora qui un po' sottoutilizzato, mentre una novità è Rokia Traoré, voce e donna fascinosissima. Corpo e movimenti del danzatore africano Ibrahim Outtara hanno esercitato altrettanto fascino sul settore femminile del pubblico.
Dando per scontate le ottime intenzioni dell'iniziativa e la grande l'eleganza del prodotto, ci si chiede quale fosse la necessità di questo spettacolo: ma Cucinelli stesso ha detto e ripetuto che è un suo dono, e quindi a caval donato non si guarda in bocca. Però così si rischia di scivolare nella prospettiva dello spettacolo di corte, seppure nell'accezione elevata e rinascimentale del termine: non per caso l'architettura di questo teatrino si ispira al teatro di Sabbioneta e al Farnese di Parma. Inevitabilmente alla fine gli applausi sono stati non più che compiti.
Note: progetto di Luca Ronconi, Ludovico Einaudi e Cesare Mazzonis
Interpreti: Rokia Traorè, voce; Ibrahim Ouattara, danza; Ludovico Einaudi, piano; Ballakè Sissoko, kora; Moriba Koita, ngoni; Sékou Dabaté, percussioni; Robert Lippok, live electronics; Ronald Lippock, percussioni ed elettronica
Regia: Luca Ronconi
Scene: Margherita Palli
Costumi: Gianluca Sbicca
Luci: Nevio Cavina
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