Frith, omaggio a Modena

Il chitarrista e compositore a Modena per AngelicA e l'Altro Suono

Recensione
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Angelica Festival Modena
15 Maggio 2016
Il rapporto tra Fred Frith e il festival internazionale di musica AngelicA è ormai consolidato da parecchi anni, una longeva collaborazione tra il chitarrista e compositore inglese e la rassegna bolognese scaturita quest’anno anche nell’omaggio tributato a quest’artista sul palcoscenico del teatro di Modena, in occasione di un concerto che abbiamo seguito l’altra sera, prodotto in collaborazione con il Festival l’Altro Suono ([a href="http://www.giornaledellamusica.it/rol/?id=5242"]qui[/a] la recensione del concerto di Bologna dell'AngelicA Orchestra). A reinterpretare una selezione di composizioni del musicista sessantasettenne è stato chiamato un ensemble internazionale con solisti quali Gerður Gunnarsdóttir al violino, Garth Knox alla viola, Claudio Puntin al clarinetto, Karin Jampen al pianoforte, Daniela Cattivelli all’elettronica, oltre al Percussion Art Ensemble Bern (Daniel Scheidegger, Ferdinand Heiniger, Oliver Schär, Peter Fleischlin) e allo stesso Frith alla chitarra e a una direzione che ha guidato questo gruppo a perlustrare alcune pagine del suo repertorio. Un’offerta musicale che ha spaziato da brani come “Seven Circles” del 1995 a “What Happens” dello scorso anno, arrivando alla “prima assoluta” rappresentata da “Woulda Coulda Shoulda”, composizione per viola che ha rappresentato uno dei momenti più pregnanti del concerto, complice la padronanza tecnico-espressiva di Garth Knox che si è confermato anche in questa occasione uno degli interpreti più solidi del suo strumento. Nell’orizzonte musicale restituito nel corso della serata la fantasia compositiva di Frith è emersa nella sua eclettica varietà, miscelando rumorismi e scarti timbrici variegati, sia evocando in filigrana vaghe eco delle primigenie esperienze “progressive rock” sia mescolando spunti improvvisativi e densi inserti elettronici. Una proposta musicale in cui la ricerca sulla materia sonora è parsa uno degli elementi centrali di questo progetto, un’indagine sul suono sviluppata nelle sue diversificate combinazioni timbrico-ritmiche, passando dal pianoforte preparato e dall’uso di oggetti diversi chiamati ora a percuotere ora a grattare le corte della chitarra, ai timbri di strumenti tradizionali, fino ad arrivare alla meccanica espressività di suoni campionati. Alla fine, questo concerto-tributo ci ha lasciato una traccia significativa del lavoro di un musicista impegnato in una ricerca continua che appare più vicina a una sorta di creativa curiosità che non a forme di speculazione applicata, ribadita (non senza un pizzico di sana ironia) anche in questa esperienza, salutata con appalusi convinti dal pubblico presente.

Note: In collaborazione con l'Altro Suono

Interpreti: Fred Frith: chitarra; Gerður Gunnarsdóttir: violino; Garth Knox: viola; Claudio Puntin: clarinetto; Karin Jampen: pianoforte; Daniela Cattivelli: elettronica; Percussion Art Ensemble Bern (Daniel Scheidegger, Ferdinand Heiniger, Oliver Schär, Peter Fleischlin).

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