Le donne sono in nero, gli uomini in camicia bianca e pantalone antracite, uno solo porta un berretto da baseball: è Steve Reich. Il compositore statunitense, con il suo Ensemble e le Synergy Vocals, è spiaggiato all'Auditorium di Roma nel ciclo "It's wonderful" di Santa Cecilia, per un concerto assurto a sua consacrazione di fronte un pubblico osannante, nella stessa sala dove il giorno prima si era esibito Maurizio Pollini, con lo stesso esito ma di fronte a un maggior numero di spettatori.
Recensione
classica
Accademia Nazionale di Santa Cecilia Roma
Steve Reich
24 Febbraio 2005
Le donne sono in nero, gli uomini in camicia bianca e pantalone antracite, uno solo porta un berretto da baseball: è Steve Reich. Il compositore statunitense, con il suo Ensemble e le Synergy Vocals, è spiaggiato all'Auditorium di Roma nel ciclo "It's wonderful" di Santa Cecilia, per un concerto assurto a sua consacrazione di fronte un pubblico osannante, nella stessa sala dove il giorno prima si era esibito Maurizio Pollini, con lo stesso esito ma di fronte a un maggior numero di spettatori.
Negli anni '60, per giustificare il suo rifiuto dell'avanguardia musicale, Reich spiegava sembrargli ozioso usare metodi di composizione complicatissimi che l'ascoltatore, fosse pure un musicista, non sarebbe riuscito mai a seguire. Oltre a sentirsi, è quello che si "vede" nel concerto: ogni spostamento sul palco dei musicisti, a cominciare dal loro alternarsi ai bongos in "Drumming", è funzionale all'illustrazione del lento svilupparsi delle strutture musicali dei suoi brani. Le esecuzioni, perfette e inappuntabili, mostrano paradossalmente una musica da camera dove non emerge l'individuo musicista, ma una ferrea disciplina di gruppo e un amore ossessivo per l'impasto timbrico e il colore del suono –che suo malgrado collega Reich alla musica romantica. L'apoteosi è senz'altro quel gigantesco rondò a orologeria che è "Music for 18 musicians", pezzo che rivela fino in fondo la "sintomatologia Reich".
Ritmo, fusione di culture, primitivismo, contaminazioni: Reich incarna a suo modo quel mito della sfavillante cultura newyorkese, che tra gli anni '60 e gli anni '90 ha dettato il passo delle tendenze culturali in tutto il mondo e ha fatto anche moda. Di quella città, di quei tempi, scomparsi ben prima dell'11 settembre, potrebbe finire per sembrare un sopravvissuto o un monumento.
Interpreti: STEVE REICH AND MUSICIANS
Synergy Vocals
Suzanne Wilson, Micaela Haslam (Director)
Amanda Morrison, Heather Cairncross
Percussion:
1. Bob Becker
2. Jim Preiss
3. Garry Kvistad
4. Russell Hartenberger
5. Gary Schall
6. Thad Wheeler
Piano:
1. Philip Bush
2. Edmund Niemann
3. Steve Reich
4. Nurit Tilles
Woodwind:
1. Les Scott (Clarinet/Bass Clarinet)
2. Mort Silver (Clarinet/Bass Clarinet)
Strings:
1. Elizabeth Lim-Dutton (Violin)
2. Jeanne LeBlanc (Cello)
Synergy Vocals:
1. Heather Cairncross
2. Amanda Martin
3. Micaela Haslam
4. Suzanne Wilson
Orchestra: Steve Reich and Musicians
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