Elektra in una gravina

L'opera di Strauss inaugura al Petruzzelli una stagione lirica senza certezze

Recensione
classica
Teatro Petruzzelli Bari
Richard Strauss
31 Gennaio 2014
La prima volta di “Elektra” a Bari è coincisa con il primo omaggio a Richard Strauss nel 150° anniversario della nascita reso da un teatro italiano. L’apertura della stagione al Petruzzelli con un allestimento che segna – questo sì – un evento nella storia culturale della città e del suo maggiore teatro, è però scivolata in tono minore, senza il corredo istituzionale delle inaugurazioni. In attesa di un sovrintendente e in mezzo a mille insicurezze circa la possibilità concreta di portare a termine la programmazione annunciata dall’ex commissario Fuortes – presente a Bari ormai da sovrintendente dell’Opera di Roma – questa “Elektra” non ha avuto l’onore di una conferenza stampa, mentre il sindaco, tornato presidente del cda della Fondazione, ha continuato a snobbare la prima. Gianni Amelio risale alle origini magno-greche del mito e, scavalcando la narrazione germanica, ambienta la vicenda in una gravina che ricorda i Sassi materani: alla fine Elettra muore lanciandosi in una fossa che s’intravede da una crepa tra le pietre. Se la danza finale di Elettra è una pizzica abbastanza composta, gli abiti neri di questa e delle altre donne (ad eccezione del rosso di Clitennestra) richiamano le prefiche. Se non fosse per la potente musica di Strauss sembrerebbe di stare a Siracusa o a Taormina. Le tre protagoniste femminili rappresentano il meglio di un cast comunque di buon livello, anche se le loro voci sono purtroppo talvolta sovrastate dalla potente massa orchestrale, e dai problemi d’acustica mai risolti del palco del Petruzzelli. Jonathan Nott dirige praticamente due orchestre: il complesso sinfonico della Fondazione insieme ai maestri dell’Ico di Lecce, quest’ultima molto cresciuta sotto la direzione artistica di Ivan Fedele.

Note: Produzione Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari in coproduzione con Fondazione Teatro Lirico di Cagliari. Nuovo allestimento. Repliche sino all'11 febbraio

Interpreti: Natascha Petrinsky (Clitennestra), Elena Pankratova (Elektra), Alex Penda (Crisotemide), Peter Bronder (Egisto), Egils Silins (Oreste), Graziano De Pace (Il guardiano di Oreste), Francesca Bicchierri (La confidente), Roberta Mantegna (l’ancella dello strascico), Francesco Castoro (Un giovane servo), Vincenzo Santoro (Il vecchio servitore), Miranda Keys (La sorvegliante), Kismara Pessatti (Prima ancella), Susanne Kreusch (Seconda ancella), Daniela Denschlag (Terza ancella), Sara Hershkowitz (Quarta ancella), Eva Oltivanyi (Quinta ancella). Teresa Caricola, Caterina Daniele, Giuliana Di Mitrio, Stefania Lenoci, Roberta Scalavino e Anna Schiavulli (Sei serve)

Regia: Gianni Amelio

Scene: Sergio Tramonti

Costumi: Maurizio Millenotti

Orchestra: Teatro Petruzzelli

Direttore: Jonathan Nott

Coro: Teatro Petruzzelli

Maestro Coro: Franco Sebastiani

Luci: Pasquale Mari

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

A Baden-Baden apertura in grande stile del Festival di Pasqua con l’opera di Richard Strauss con i Berliner Philharmoniker diretti da Kirill Petrenko

classica

Eseguita per la prima volta in Italia la Sinfonia dedicata a quei tragici giorni del 1944 dall’americano William Schuman

classica

All’Opéra national du Rhin di Strasburgo un successo per l’opera wagneriana con Michael Spyres al debutto nel ruolo