Dopo 150 anni, è di nuovo Les vêpres

Trionfano a Bastille Les vêpres siciliennes in versione francese. Tornano all'Opéra national de Paris dopo un secolo e mezzo.

Recensione
classica
Opéra National de Paris Parigi
Giuseppe Verdi
11 Luglio 2003
Alla fine Les vêpres siciliennes riescono ad andare in scena. Lo sciopero degli "intermittants du spectacle" che da fine giugno mette a rischio ogni forma artistica in Francia, dai festival alla regolare programmazione, non ha soppresso tutte le rappresentazioni dell'opera di Verdi prevista a Bastille in questa chiusura di stagione e difficilmente riproposta nei prossimi anni per le obiettive difficoltà a trovare cantanti adeguati. Una vera sciagura se neanche una recita fosse stata assicurata, considerando l'eccezionale livello della produzione e la ricchezza della partitura proposta, purtroppo, solo di rado (specie nella versione francese originale, a cui viene preferita la traduzione in italiana vagliata dallo stesso Verdi, solo pochi mesi dopo la "prima" all'Opéra di Parigi nel 1855). Il regista rumeno Andrei Serban è di casa all'Opéra di Parigi da quando nell'87 firmò la produzione dei Puritani. Per Les vêpres siciliennes ha scelto di ambientare l'azione in una Sicilia novecentesca in cui gli occupanti francesi assumono toni e fattezze da militari nazisti in terra nemica. Un muro bianco, spaccato nel mezzo, ha dominato la scena per gran parte della durata dell'opera: all'inizio del secondo atto, un enorme pugno chiuso campeggiava a simboleggiare, senza dubbio, la brutalità del potere della forza. Belle alcune scelte (ad esempio, le siciliane che vanno in processione in ginocchio), ma alcune soluzioni sembrano confuse (perché tanto agitarsi di bambini sul palcoscenico?). Comunque, il vero punto di eccellenza dello spettacolo non è certo nella "mise en scène", benché curata e certo ricca di idee, ma nella resa musicale. Les vêpres siciliennes diBastille segnano, innanzi tutto, la rivelazione del soprano americano Sondra Radvanovsky: voce incredibilmente possente, perfezione di stile, timbro suadente. Perfettamente adeguato al ruolo pure Marcello Giordani nella parte di Henri. Ferruccio Furlanetto ha sostituito Samuel Ramey nei panni di Procida: una resa, tanto da un punto di vista musicale quanto scenico, senza pecche. L'orchestra dell'Opéra national è stata diretta da James Conlon in grande forma: si è potuto così ammirare la complessità della scrittura orchestrale di Verdi, che sapeva di poter contare sulla perfetta macchina dei musicisti dell'Opéra del 1855. A parte una storica ripresa del 1863, Les vêpres siciliennes non furono più ripresentate al pubblico parigino dell'Opéra. Quasi un secolo e mezzo per una produzione ipotecata dagli scioperi. Ma valeva la pena attendere.

Interpreti: Sondra Radvanovsky, Hélène; Louise Callinan, Ninetta; Marcello Giordani, Henri; Anthony Michaels-Moore, Guy de Montfort; Ferruccio Furlanetto, Procida; Luca Lombardo, Danieli; Mihajlo Arsenski, Thibault; Christhophe Fel, Robert; Josep-Miquel Ribot, Le sire de Béthune; Nicolas Courjal, Le Comte de Vaudemont

Regia: Andrei Serban

Scene: Richard Hudson

Costumi: Richard Hudson

Coreografo: Laurence Fanon

Orchestra: Orchestra dell'Opéra National de Paris

Direttore: James Conlon

Coro: Coro dell'Opéra National de Paris

Maestro Coro: Peter Burian

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