Don Perlimplin rinato

Il dramma radiofonico di Bruno Maderna rinasce trasformato in un'opera sui generis

Recensione
classica
Settimana Musicale Senese Siena
Bruino Maderna
16 Luglio 2002
Don Perlimplin è inizialmente un dramma di Federico Garcia Lorca, del 1933. Nel 1962 Bruno Maderna, radicalizzando l'idea del poeta spagnolo che prevedeva alcuni intermezzi musicali, lo mette in musica dall'inizio alla fine, anzi fa qualcosa di più e di diverso, perché la parte del protagonista non viene musicata in modo tradizionale ma affidata a un flauto, mentre gli altri ruoli sono recitati e il solo personaggio che canta è l'amata Belinda, ma la sua voce è rielaborata elettronicamente e diventa uno straniato madrigale a tre voci. Quello di Maderna era un radiodramma, quindi era un teatro immaginario, fatto solo di parole e musica. Ora il lavoro di Maderna è stato, per così dire, restaurato o ristrutturato: Mauro Ceccanti ha recuperato e fissato in una forma definitiva la partitura, che era aperta e aleatoria, mentre Tempo Reale ha ricostruito la parte elettronica. C'è stato soprattutto l'intervento di Francesco Torrigiani (con la collaborazione di Pier Paolo Bisleri per le scene e i costumi e di Roberto Innocenti per le luci), che ha reso concreto questo teatro immaginario: Don Perlimplin perde così l'immaterialità del suono del flauto e si personifica in un attore, che indossa una maschera nera ed è infagottato in abiti goffi,come un ridicolo e insieme patetico comico del cinema muto alla Buster Keaton, ma tutto è immerso in un'atmosfera di sogno (bellissimo il luogo dell'impossibile amore di Perlimplin e Belinda, una parete fatta di grandi fiori del colore del sangue). Si avverte che questa versione di Don Perlimplin è il risultato della stratificazione d'interventi distanti decenni l'uno dall'altro. Portare Don Perlimplin in teatro è una scommessa difficilissima: Torrigiani la perde, perché nella sua messa in scena c'è qualcosa d'irrelizzato, e allo stesso tempo la vince, perché rende possibile portare davanti al pubblico un lavoro che altrimenti non avrebbe circolazione e che in questa veste teatrale toccherà varie città. Ma è la musica e solo la musica a dare senso a quest'operazione: una musica apparentemente eterogenea,anzi anarchica, che mette insieme la canzone e la Neue Musik, ma che è capace d'integrare ogni apporto in un tutto omogeneo e poeticissimo. Lo stesso testo di Lorca, che deve troppo ai molti 'ismi' di quegli anni, sarebbe oggi difficilmente proponibile se non fosse stato trasformato in qualcosa di più leggero, fantastico e poetico dalla musica di Maderna. Difficile immaginare un'esecuzione più attenta, amorevole e tecnicamente ferrata di quella di Roberto Fabbriciani, il cui flauto dava voce a Perlimplin, e del Contempoartensemble diretto da Mauro Ceccanti. Ottimo anche il contributo degli attori Sonia Bergamasco, Marion d'Amburgo e Marcello Bartoli. Prima di Don Perlimplin è stata eseguita la Serenata per un satellite, con la funzione di un'antica sinfonia avanti l'opera.

Note: in coproduzione con il Teatro Metastasio Stabile della Toscana, la Biennale di Venezia e il Teatro Grande di Brescia

Interpreti: Bergamasco, Fabbriciani

Regia: Francesco Torrigiani

Scene: Pier Paolo Bisleri

Orchestra: Contempoartensemble

Direttore: Mauro Ceccanti

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Napoli: per il Maggio della Musica

classica

Al Theater Basel L’incoronazione di Poppea di Monteverdi e il Requiem di Mozart in versione scenica

classica

Un'interessantissima lettura della Nona