Come Serse conquistò Atene
Il Serse di Handel apre per la prima volta ad Atene ad inaugurare con successo la nuova politica per l'opera barocca dell'Opera Nazionale Greca
Recensione
classica
Quando nell'autunno del 1737 Georg Friedrich Handel si apprestava a scrivere quella che sarebbe stata la sua ultima opera per il King's Theatre, si trovò a dover fare i conti con un nuovo fenomeno che aveva completamente rivoluzionato la scena musicale londinese e cambiato i gusti del pubblico: la Beggar's Opera di John Gay, il primo musical della storia, che con le sue melodie popolari e la sua satira socio-politica aveva tra l'altro messo in ridicolo la pomposità e le acrobazie vocali dell'opera seria italiana, con le sue implausibili avventure ed i suoi ancor meno plausibili eroi. Nel vano tentativo di salvare la propria compagnia Handel si rivolse ad un libretto veneziano che era già stato musicato prima da Cavalli e poi da Bononcini, ispirato alla figura dell'imperatore persiano Serse nel periodo delle guerre con Atene. Serse non corrisponde alle caratteristiche tipiche dell'opera seria barocca, con arie brevi, alcune senza da capo, e con una struttura sorprendente moderna, ma soprattutto in Serse mancano sia la tragedia che il fantastico: la storia è portata avanti da una serie di gelosie ed equivoci che rivelano passioni fin troppo umane, e che ne fanno un lavoro estremamente moderno, dotato di una leggerezza di spirito tale da aver portato Winton Dean a definirlo una delle opere più mozartiane mai scritte, con una partitura ricca di invenzione melodica, che non a caso ne ha fatto un lavoro chiave per la rinascita dell'interesse nel repertorio Handeliano. Questa modernità è evidente nella produzione del regista inglese James Robert Carson, che privilegia l'aspetto intimo del lavoro, e pone in risalto le passioni private che sono alla base dell'altenarsi delle emozioni espresse dalle arie sullo sfondo degli aspetti publici della vita di corte. Allo stesso tempo Carson non perde di vista il fatto che si tratta di una commedia, e tra il doloroso svolgersi delle passioni fa buon uso di ogni opportunità comica offerta dalla partitura: il ritmo narrativo rimane sempre sostenuto, anche grazie ai continui cambi di scena, resi possibili dall'uso teatricamente intelligente di pannelli scorrevoli, che si aprono a scoprire nuovi spazi all'interno delle scenografie. E' un Serse vivacemente intenso e visivamente lussureggiante, soffuso di una atmosfera delicatamente medio-orientale, ricco di richiami alla Persia ed alla Grecia pre-classica sia nelle scene che nei magnifici costumi di George Souglides. Il cast, costituito da giovani talenti locali, ha risposto bene alle sfide di una partitura non facile. Mary Helen Nezi nel ruolo principale ha affrontato l'impervia coloratura con sicurezza e fermezza di tono, mentre Maria Mitsopolous e Cristina Giannakopulos hanno fornito un ritratto vivace delle due sorelle Romilda e Atalanta. Marita Paparizou è un'Amastri dal timbro scuro e ricco, e particolarmente promettenti sono apparsi Nikos Spanos, un controtenore dal timbro dolce ma nondimeno potente e la cui intelligenza musicale è ben in controllo delle capacità tecniche, qui al suo debutto professionale nel ruolo di Arsamene, e Hares Andrianos nei panni di Elviro, irresistibile nel secondo atto travestito da donna e con un improbabile accento francese. Vassilis Hristopoulos è riuscito ad ottenere dall'orchestra dell'Opera Nazionale Greca in formazione ridotta ed alla loro prima esperienza handeliana un'esecuzione vivace ed idiomatica, con attacchi quasi sempre immacolati e grande dinamicità ritmica. Non sorprende che l'Opera Nazionale Greca abbia scelto Serse per avvicinare il proprio pubblico al repertorio barocca; questa nuova produzione, una prima assoluta in Grecia, e solo la seconda di un'opera barocca nel dopoguerra (dopo un Giulio Cesare nel 1982), costituisce un tentativo da parte della dinamica compagnia ateniese di risvegliare l'interesse per il passato in una cultura musicale dove la musica contemporanea rimane il principale interesse. Visti i risultati, è possibile che si tratti di una scommessa già vinta.
Note: nuova produzione, prima assoluta in Grecia
Interpreti: Nezi, Mitsopolous, Giannakopulos, Paparizou, Spanos, Andrianos
Regia: James Robert Carson
Scene: George Souglides
Costumi: George Souglides
Orchestra: Orchestra dell'Opera Nazionale Greca
Direttore: Vassilis Hristopoulos
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