Argerich e Barenboim per la prima volta insieme alla Scala

Milano: inaugurazione della stagione della Filarmonica

Recensione
classica
Orchestra Filarmonica della Scala Milano
07 Novembre 2016
La Filarmonica della Scala par proprio partita col piede giusto affidando la serata d'apertura di stagione a Martha Argerich e a Daniel Barenboim sul podio per il Primo concerto per pianoforte di Beethoven (brano che diede il via alla carriera di Martha all'età di otto anni). I due, per prima volta insieme al Piermarini, hanno dato prova di un'intesa assoluta, nell'esecuzione, nei gesti, negli sguardi. Il direttore dopo una cadenza ha addirittura strizzato l'occhio alla sua vecchia amica per complimentarsi. Si è capito subito a quale livello sarebbe stata l'interpretazione fin dal delicatisso primo intervento degli archi, l'orchestra in ranghi ridotti ha dato un esempio di trasparenza e precisione ammirabili. Argerich ancora una volta incantatrice ha sorpreso come sempre, anche nei momenti più rarefatti, particolarmente toccanti i dialoghi fra pianoforte e legni, fra il pianoforte e il corno. Al termine applausi a non finire, ricambiati dai due con un brano di Schubert a quattro mani (Rondò in La maggiore). E forse altri bis il pubblico li avrebbe pretesi, se Barenboim alla fine non avesse chiuso con un sorriso il coperchio della tastiera, come a dire adesso basta. Nella seconda parte della serata la Settima di Bruckner, dove Barenboim non ha lesinato nei fortissimi, che alla Scala risultano spesso penalizzati dall'acustica. Solenne e misterioso l'adagio con una sonorità degli archi piena e compatta, perfettamente controllato lo scherzo nel suo ritmo furibondo, alla fin fine però un risultato di buon livello, ma nulla di più. Da segnalare due scatti di nervosisimo da parte di Barenboim, il primo per un fastidioso flash dal loggione che lo ha fatto girare di scatto, il secondo probabilmente per un eccesso di volume dei violoncelli nel finale che ha tentato di moderare con un gesto rabbioso. A fine serata, il pubblico ha festeggiato a lungo il maestro per il suo rientro alla Scala, dov'è stato direttore musicale fino al 2014.

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