Altro che idiota!

Il Teatro dell'Opera di Novosibirsk porta a Roma una riuscitissima edizione dell'unica opera di Schnittke, che si conferma una dei più forti e vitali esempi di teatro musicale degli ultimi anni.

Recensione
classica
Russkij Festival Roma
Alfred Schinittke
09 Dicembre 2004
Non è solo un idiota ma un malefico demone l'apparentemente mite Vova, che lo scrittore Io è condannato a prendersi in casa da un'autorità misteriosa, in cui si può riconoscere il suo senso di colpa. Io -interessato solo a se stesso e alla sua arte- e la moglie - estetizzante ammiratrice di Proust- sono travolti da Vova in una spirale di volgarità, violenza, follia, sopraffazione, sesso e sangue. Non c'è uno spiraglio, ma in realtà l'ultima frase lascia intravedere una speranza: "Odo il canto del cigno della mia rivoluzione", dunque quest'inferno sta per finire (l'opera è del 1991), ma forse solo per fare posto a un altro inferno. Il libretto di Viktor Erofeev è un feroce atto di accusa contro il regime sovietico ma anche un pezzo di grande teatro contemporaneo, dall'effetto travolgente e shockante, che non ha nulla dell'opera tradizionale, se non la compartecipazione inscindibile di parola, musica e teatro. La musica di Schnittke si modella completamente sul testo, dandogli un impulso drammatico straordinario: l'idiota sa dire solo "Ehi", ma grazie alla musica questo monosillabo può esprimere tutto. Schnittke non si fa problemi di stile e mette insieme un mosaico fatto con citazioni di musica del passato (soprattutto Shostakovic) deformata e con musica interamente nuova, che però sembra anch'essa una citazione deformata. Ma una forza di comunicazione diretta e quasi fisica unifica i subumani gridi di Vova, gli stucchevoli gorgheggi in falsetto di Proust e la violenza squassante dello stupro della moglie di Io da parte di Vova. La regia di Henryk Baranowski ha la stessa violenza viscerale e disperata -ma anche il sarcasmo dissacratore- del testo e della musica: mai si penserebbe che uno spettacolo di tale livello e di tale attualità arrivi da Novosibirsk, sperduta nella Siberia. Noi avremmo molto da imparare anche da solisti e coristi, che inizialmente sembrano ottimi attori, poi si rivelano straordinari cantanti e infine anche ballerini: bravissimi tutti!

Note: Russkij Festival, organizzato da Musica per Roma in collaborazione con l'Accademia di Santa Cecilia. Produzione del Teatro Statale di Opera e Balletto di Novosibirsk

Interpreti: Andrej Isakov/Alexander Lebedev, Ioana Wos/Olga Kolobova, Jurij Komov/Farit Chusainov, Ivan Potricaev, Sergej Zacharov

Regia: Henryk Baranovsky

Scene: Grigorij Lapiasvili

Costumi: Nina Lepilina

Corpo di Ballo: Corpo di ballo del Teatro dell'Opera Novosibirsk

Coreografo: Sergej Gricaj

Orchestra: Orchestra del Teatro dell'Opera Novosibirsk

Direttore: Evgenij Voljnskij

Coro: Coro del Teatro dell'Opera Novosibirsk

Maestro Coro: Vjaceslav Podelskij

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