King's Singers forever
Il sestetto inglese trionfa a Roma
Recensione
classica
Volano gli applausi, anche troppi, perché tra un madrigale e l'altro si vorrebbe gustare ancora l'eco dell'ultima nota, immaginando la grazia arcadica della bella Dori tra ninfe e pastori, ma i fans dei King's Singers non resistono e trascinano buona parte del resto del pubblico. I madrigali del florilegio tardocinquecentesco voluto da un patrizio veneziano per rendere omaggio alla sua amata danno avvio al concerto. Si tratta dell'impresa discografica più recente, presentata live alla Fenice di Venezia la settimana scorsa, ma il programma dei concerti successivi a Milano, Torino, e dopo Roma, Firenze e Genova (ma già anticipato a Verona nel novembre scorso) è eclettico e abbraccia Vecchio e Nuovo Mondo. Dopo cinque madrigali dal Trionfo di Dori si ascolta il breve ciclo di sei Lieder primaverili a quattro voci di Mendelssohn, ed è un passaggio ardito compensato poi dallo humour surreale dei versi di Edward Lear, tradotti da Carlo Izzo e ingegnosamente musicati da Goffredo Petrassi, più consono alla giocosa verve del celebre sestetto vocale inglese che a turno presenta in italiano i brani in programma. La seconda parte è dedicata alla popular music, fra arrangiamenti di musiche di tradizione orale, Nel blu dipinto di blu, ed evergreen nordamericani presenti nei precedenti dischi Postcards e Great American Songbook. Il cambiamento delle ultime canzoni in elenco viene annunciato sul palco (assieme all’invito a recarsi nella libreria attigua per farsi autografare i cd) e il concerto termina sulle note di Night and Day e Begin the beguine di Porter e con At last e lo spiritual Little David play on your harp. Entusiasticamente richiamati più volte sul palco, dopo l'overture dal Barbiere di Siviglia promettono di tornare presto salutando con Ev'ry time we say goodbye...
Note: Roma Accademia Nazionale di Santa Cecilia Auditorium Parco della Musica Sala Sinopoli Venerdì 17 aprile 201ore 20,30
Interpreti: The King's Singers David Hurley, Timothy Wayne-Wright (controtenori) Julian Gregory (tenore) Christopher Bruerton, Christopher Gabbitas (baritoni) Jonathan Howard (basso)
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