Introversi Due Foscari
Muti ha diretto il secondo dei tre Verdi che ha in programma a Roma per il bicentenario

Recensione
classica
Certe pagine ombrose dipinte con delicate pennellate strumentali - un "a solo" del clarinetto, l'introduzione di viola e violoncello al secondo atto: bravissimi Calogero Palermo, Koram Jablonko e Andrea Noferini - si trasformano in momenti di grande emozione e insospettata bellezza. Qualche anno fa Muti ne avrebbe evidenziato la raffinatezza un po' rustica ma accurata, ora vi aggiunge anche una sensibilità nuova per questo lato autunnale e introverso di Verdi. Sono momenti fugaci, che lasciano però una traccia indelebile e danno un colore particolare a questa nuova e splendida interpretazione di Muti, anche quando nel resto dell'opera il trentunenne Verdi torna al linguaggio che conosce meglio, quello fremente di passioni, amori e odi.
Che bel personaggio è Lucrezia, agitata da una sorta di disperazione furente e indignata: Tatiana Serjan ha la voce e il temperamento richiesti. Il giovane Foscari, preda di eventi più grandi di lui, si rifugia nelle situazioni topiche del tenore romantico, in cui Francesco Meli è perfettamente a suo agio. Francesco Foscari è la prima grande figura verdiana di padre dolente e di potente condannato all'impotenza e alla solitudine del trono: Luca Salsi canta bene ma in "O vecchio cor, che batti" l'avremmo voluto più stremato dagli anni e dal dolore.
Dopo Stein e Noble, l'Opera ha chiamato un altro grande regista a mettere in scena Verdi e per la terza volta consecutiva ha ottenuto soltanto uno spettacolo di routine. Werner Herzog ha immaginato una Venezia invernale, ma le pareti grigie, le luci smorte e i cumuli di neve non trasmettono il senso di oppressione e di gelo che il regista cercava. Colpa della recitazione inerte, del coro immobile, delle scene impersonali di Maurizo Balò.
Note: nuovo allestimento
Interpreti: Luca Salsi, Francesco Meli, Tatiana Srajan/Csilla Boross, Luca Dall'Amico, Asude Karayavuz, Saverio Fiore, Donato Di Gioa
Regia: Werner Herzog
Scene: Maurizio Balò
Costumi: Maurizio Balò
Orchestra: Orchestra del Teatro dell'Opera di Roma
Direttore: Riccardo Muti
Coro: Coro del Teatro dell'Opera di Roma
Maestro Coro: Roberto Gabbiani
Luci: Vincenzo Raponi
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
classica
Al Teatro Comunale prosegue con successo L’Anello del Nibelungo, sotto la bacchetta di Oksana Lyniv
classica
Al Bockenheimer Depot l’Oper Frankfurt riporta in scena Melusine, opera giovanile di Aribert Reimann
classica
Tre magnifiche interpretazioni di Schumann, Mozart e Brahms