Grande successo per "L'Olimpiade"

Grande successo per "L'Olimpiade" di Cimarosa, allestimento scenico e regia eleganti, con un cast assolutamente all'altezza delle difficoltà poste dalla partitura. Il pubblico ha accolto lo spettacolo con ovazioni.

Recensione
classica
Gran Teatro La Fenice Venezia
Domenico Cimarosa
20 Dicembre 2001
Di fronte ad un'opera come "L'Olimpiade" è sempre interessante vedere le modalità con cui il regista e lo scenografo hanno cercato di rendere digeribili le are e i templi di Metastasio, quella Grecia antica, insomma, ripescata con il desiderio di riportare in vita un'età dell'oro ormai irraggiungibile, ricca di grazia e armonia, di eroi e di grandi passioni. La scelta di questa sera è stata fatta con molta discrezione ed eleganza: una riproduzione in bianco e nero di un giardino neoclassico tardo settecentesco, arredato con colonne corinzie e balaustre, decora delle tele bianche disposte a quadrato per definire il perimetro, entro cui l'azione si svolge su di una piattaforma di marmo. Gli indumenti, estremamente curati in quei colori poco saturi, già fanno presagire tuttavia il primo ottocento, il neoclassicismo di questa "veduta" è infatti tinto dai fremiti del sentimento che la musica ben sottolinea nonostante le forti reminiscenze barocche. Ancora recitativi secchi, dunque, e numeri chiusi la cui rigida struttura però comincia a cedere, acquisendo un'articolazione nuova, più espressiva che può far anche perdere il filo del discorso: la musica si fa più discontinua, presenta frequenti rotture nell'andamento, quando segue le passioni. Certo, il virtuosismo vocale rimane comunque il protagonista, e quest'opera di vocalizzi ne ha proprio tanti, basti pensare alle 150 note che reggono quello "sta" di Megacle: in questi casi il tempo del teatro non può che fermarsi, come imprigionato in un quadro bellissimo fatto di sagome in posa che stanno a guardare la prima voce. La regia ha dunque riprodotto con compostezza i suggerimenti del libretto e della partitura, confermando, anche con le traiettorie degli spostamenti, le forti simmetrie che regolano i rapporti tra i personaggi (il perimetro quadrato ha indubbiamente rafforzato questa lettura). Assolutamente all'altezza delle difficoltà della partitura le voci del cast, protagonista indiscussa della serata è stata Patrizia Ciofi che con autorità e grande presenza scenica ha dominato il ruolo di Aristea, notevole la sua tecnica vocale, ovazioni quindi per lei, e per il suo amante sulla scena: Megacle, intepretato da Anna Bonitatibus. Sempre energica e fresca l'orchestra diretta con precisione da Andrea Marcon, ottimo anche dal punto di vista della concertazione. Uno spettacolo in definitiva molto ben riuscito che il pubblico ha accolto con grande entusiasmo.

Note: nuovo all.

Interpreti: Petroni, Ciofi, Bonitatibus, Brioli, Jaho, Lazzaretti

Regia: Domique Poulange

Scene: Francesco Zito

Costumi: Francesco Zito

Orchestra: Venice Baroque Orchestra

Direttore: Andrea Marcon

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