Ricordando Teresa Rampazzi

Un convegno a Padova il 21 giugno

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Una ragazza ribelle degli anni Cinquanta, che coniugò il modello tradizionale di moglie/madre/angelo del focolare con la sua anticonvenzionalità di compositrice impegnata nelle avanguardie musicali più radicali del secondo dopoguerra. Teresa Rampazzi era una donna del futuro, anche l'oggi le stava già stretto. Appena trentenne tornò dall'esperienza dei corsi di Darmstad, condivisa con l'amico più caro Bruno Maderna, sedotta dal dodecafonismo e dalla serialità integrale: solo l'inizio di una percorso di sperimentazione che toccò l'elettroacustica per approdare nel 1960 alla musica elettronica e poi computerizzata. Padova, città dove Teresa Rampazzi visse e volle fortemente nel 1972 la cattedra di musica elettronica al Conservatorio, le dedica il 21 giugno una giornata di convegno, "Teresa Rampazzi e la musica ben calcolata", che rende omaggio alla pioniera della musica elettroacustica in Italia a dieci anni dalla sua scomparsa. La sua avveniristica personalità, i suoi rapporti con la musica "nuova" e le sue sperimentazioni rivivranno all'Auditorium "Pollini" grazie alla collaborazione tra l'Università di Padova e il laboratorio SaMPL del Conservatorio. Amici, collaboratori e studiosi porteranno la loro personale testimonianza per ricordare un'artista che ha saputo influenzare e formare molti degli odierni protagonisti della scena musicale italiana. (a.b.)

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