Il Maggio licenzia

Via dieci dipendenti e l'inaugurazione è a rischio

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Le lettere di licenziamento per dieci dipendenti del Maggio Musicale Fiorentino firmate da Matteo Renzi, sindaco di Firenze e presidente del consiglio di amministrazione della Fondazione, sono giunte a destinazione il 31 dicembre. Per la dirigenza del teatro del Maggio, una normale applicazione dell'accordo siglato alcuni mesi fa da alcune sigle sindacali, quelle maggioritarie fra tecnici e amministrativi, e che prevedeva l'uscita di 45 lavoratori privilegiando l'esodo volontario: ma gli esodi volontari sono stati solo 35 e così sono partite le altre dieci lettere di licenziamento, quasi tutte nel settore tecnico. A questo punto l'inevitabile vertenza di lavoro che seguirà punterà sulla volontarietà implicita in quell'accordo (secondo i sindacati) o sul raggiungimento della quota 45 (secondo la dirigenza del teatro), e i lavoratori segnalano che dei licenziati ben sette sono iscritti alla Cgil o addirittura dirigenti sindacali. Ampia la mobilitazione della città a sostegno dei dipendenti licenziati, che si sono rivolti anche all'arcivescovo Betori e hanno dato vita a proteste e presidi molto seguiti. Intanto c'è viva preoccupazione per la fattibilità dell'inaugurazione della stagione 2013 con la Valchiria a metà gennaio, visti i ritardi sulla tabella di marcia dei lavori intrapresi in corso Italia (il vecchio teatro, quello nuovo non è ancora attrezzato per la messa in scena) a seguito della scossa di terremoto che aveva provocato una crepa in sala scoprendo l'amianto sottostante.
e.t.

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