L’Europa fa autocritica nella Ruhrtriennale 2019 

Nel cartellone nuove produzioni di Christoph Marthaler, Heiner Goebbels e David Marton 

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Stephanie Carp
Stephanie Carp

Una riflessione critica o autocritica sullo stato dell’Europa e sulla sua idea di democrazia sarà il filo conduttore della prossima Ruhrtriennale, il festival multidisciplinare fondato da Gérard Mortier nel 2002, che si svolgerà in 13 località del distretto industriale della Ruhr fra il 21 agosto e il 29 settembre. Lasciate alle spalle le accuse di antisemitismo che accompagnarono la scorsa edizione per la presenza della band scozzese Young Fathers sostenitrice del movimento Boycott, Divest and Sanctions avverso alle politiche del governo israeliano, Stephanie Carp ha presentato a Essen il cartellone 2019. Saranno 35 le produzioni e i progetti, tra cui 14 prime e prime assolute, e oltre 840 artisti provenienti da 35 paesi. La scorsa edizione della Ruhrtriennale è stata visitata da più di 60.000 spettatori nelle oltre sei settimane di programmazione. 

L’apertura il 21 agosto è affidata al nuovo progetto di teatro musicale dell’artiste associé alla Ruhrtriennale Christoph Marthaler, Nach den letzten Tagen. Ein Spätabend (Dopo gli ultimi giorni. Una sera tardi), che trasformerà l’Aula Magna della Ruhr-Universität di Bochum in un futuristico parlamento mondiale nel quale gli spettatori assisteranno allo spettacolo apocalittico di un’Europa distrutta con le musiche di compositori deportati, uccisi o costretti all’esilio durante la seconda guerra mondiale. In programma dal 23 agosto alla Jahrhunderthalle di Bochum anche l’ultima creazione di Heiner Goebbels, Everything that Happened and Would Happen, che prende anche spunto dalla devastante storia europea dell’ultimo secolo rievocata attraverso le immagini non commentate di Euronews e coinvolge un ensemble internazionale di danzatori, interpreti e musicisti. In cartellone anche l’ultimo lavoro dell’ungherese David Marton, Dido and Aeneas, remembered, che intreccia Henry Purcell con Remember Medi Kalle Kalima per una riflessione sul ricordo e l’oblio, e Evolution del regista cinematografico e teatrale ungherese Kornél Mundruczó, che attraverso la ripetizione del Requiem di Ligeti eseguito dai Bochumer Symphoniker diretti da Steven Sloane evoca immagini dell’orrore del passato, presente e futuro. 

Il programma più strettamente musicale comprende il concerto Coro del Chorwerk Ruhr con musiche di Alessandro Striggio e Luciano Berio, due concerti di Klangforum Wien diretti da Sylvain Cambreling con un ritratto di Georg Friedrich Haas e musiche di Iannis Xenakis e Johann Strauss secondo Anton Webern, l’esecuzione live delle nuove musiche di Johannes Kalitzke per il film muto del 1924 Le mani dell’altro di Robert Wiene presentato in versione restaurata, oltre a formati musicali inediti nella serie "MaschinenHausMusik" e l'installazione architettonico-sonora Bergama Stereo del turco Cevdet Erek. Nutrito anche il programma della danza con spettacoli di Marlene Monteiro Freitas, Alice Ripoll, Bruno Beltrãos e Sharon Eyal. 

 

 

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