La scomparsa di Michael Gielen 

A 91 anni scompare una delle personalità musicali tedesche più significative del dopoguerra 

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Michael Gielen 
Michael Gielen 

Michael Gielen è morto venerdì scorso a Mondsee in Austria dove viveva da quando si era ritirato dalla vita attiva a causa di crescenti disturbi della vista. Figlio del regista Josef Gielen, Michael Gielen era nato a Dresda nel 1927. A causa della idee politiche del padre e delle origini ebraiche della madre, la famiglia lasciò la Germania nazista per emigrare prima a Vienna e quindi in Argentina nel 1940. È proprio al Teatro Colón di Buenos Aires che Michael Gielen ha modo di entrare in contatto con Erick Kleiber, fra gli altri, e decide di intraprendere la carriera musicale. Inizia come maestro accompagnatore al Colón e, dopo il rientro in Europa, alla Staatsoper di Vienna, dove collabora con personalità come Herbert von Karajan, Karl Böhm e Clemens Krauss. Intrapresa la carriera di direttore d’orchestra, dal 1960 Gielen ricopre incarichi di prestigio presso l’Opera reale svedese di Stoccolma, l’Orchestra nazionale belga a Bruxelles, e dal 1973 all’Opera nazionale olandese di Amsterdam. Fra il 1977 e il 1987 è sovraintendente e direttore musicale dell’Opera di Francoforte, dove realizza produzioni, con Ruth Berghaus soprattutto, destinate a segnare lo sviluppo del teatro musicale in Germania. Risale a quel periodo risale la riscoperta di Franz Schreker, del quale viene riproposto Die Gezeichneten, mai più eseguito dopo il bando nazista. In seguito, fra il 1986 e il 1999 ricopre l’incarico di direttore principale dell’Orchestra Sinfonica della SWR di Baden-Baden ed è invitato regolarmente alla Konzerthaus e alla Staatsoper di Berlino, dove dirige nel 2001 lo Schreker di Der ferne Klang

Pur avendo diretto un repertorio vastissimo sia sinfonico che operistico, gli interessi di Gielen erano soprattutto rivolti ai protagonisti della seconda scuola di Vienna, Schoenberg, Berg e Webern, e ai contemporanei Zemlinsky e Schreker, e ai compositori del dopoguerra, come Karlheinz Stockhausen, Luigi Nono e Bernd Alois Zimmermann, dei cui Soldaten diresse la prima assoluta a Colonia. Poco noto in Italia, nei paesi di lingua tedesca Gielen è stato un’importante e rispettata figura di intellettuale militante a sostegno della musica e dei valori della cultura (“cuore freddo, testa ardente” lo definisce il quotidiano berlinese Tagesspiegel nel suo necrologio) come testimoniano le numerose attestazioni di stima giunte da molte istituzioni musicali del paese. 

 

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