La musica che gira, per una riforma del settore

Nasce il coordinamento La musica che gira, piattaforma di confronto tra i lavoratori della musica per supportare e rilanciare il settore

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L'emergenza Covid sta colpendo duramente il mondo della cultura, nonostante si intravedano – infine, è il caso di dirlo – le prime decisioni circa riapertura e sostegno alla filiera dei lavoratori dello spettacolo. Uno dei difetti strutturali del settore, già chiaro prima del lockdown ma che si è palesato con tutta la sua drammaticità dopo lo stop improvviso, è la mancanza di un coordinamento degli addetti ai lavori, a fronte di un sistema che già era ai limiti della sostenibilità prima – tra nero, burocrazia e carico fiscale – e che rischia ora di collassare come un castello di carte, «con la compromissione di un’intera filiera».

Sono queste alcune delle riflessioni dietro a La musica che gira, coordinamento (non di un «sindacato né di un’associazione di categoria» si tratta, spiegano i promotori, «ma di una piattaforma di confronto tra lavoratori, imprenditori e professionisti della musica e dello spettacolo») lanciato in questi giorni da una rete di operatori, e che già viaggia verso le 4000 sottoscrizioni.

Il programma di La musica che gira (lo trovate nel dettaglio qui) ha il merito di saper guardare oltre la contingenza del coronavirus, per stimolare, oltre al supporto ai lavoratori, «una riforma definitiva del settore», da tempo auspicata da molti.

Quattro i punti all'ordine del giorno: 1) garanzie di tutele sociali e sostegno economico a tutti i professionisti che lavorano in campo musicale, con attenzione particolare ai liberi professionisti e agli intermittenti; 2) Supporto alle attività imprenditoriali del settore dal vivo; 3) una riforma definitiva del settore e; 4) finanziamenti e investimenti green su innovazione e tecnologia.

«Riteniamo indispensabile che tutte le categorie che compongono la filiera del mercato della musica vengano consultate prima che il Governo decida quali prossime misure adottare» si legge nel documento. «Chiediamo di poter mettere a disposizione il capitale di conoscenza e di competenze che ognuno di noi rappresenta che è di cruciale importanza per affrontare l’emergenza lavorativa, economica e sociale che il fermo del settore ha provocato. Sarà un contributo imprescindibile nel riscrivere le regole di un comparto che va riorganizzato anche sotto il punto di vista legislativo.
A tal fine chiediamo a gran voce una Commissione Congiunta di Camera e Senato dedicata all’industria musicale e che il Ministero convochi al più presto un tavolo tecnico specifico».

Il documento si può sottoscrivere qui.


 

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