La Monnaie presenta la nuova stagione

Bruxelles: apre Flauto Magico diretto da Manacorda e Pidò dirige Robert le Diable in forma di concerto

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Evelino Pidò
Evelino Pidò

Sarà una stagione “filosofica”e “di sintesi” quella che si inaugurerà l’11 settembre con “Il Flauto magico” di Mozart per la regia di Romeo Castellucci.  “I capolavori rivelano nuovi significati quando vi si rivolgono nuove domande” è la citazione critico Jean Starobinski che il sovrintendente della Monnaie, Peter de Caluwe, riprende per introdurre il primo titolo della nuova stagione 2017-18 dell’Opera di Bruxelles “nel corso della quale tutti i nomi importanti che hanno lavorato in questi ultimi anni alla Monnaie ritorneranno – ha spiegato de Caluwe – una vera stagione di sintesi del lavoro fatto sinora e che ha confermato la Monnaie come una forte casa di creazione dove tutti vogliono tornare”. Castellucci sta lavorando a una messa in scena, con un primo atto molto barocco e un secondo invece giocato in un contesto tutto contemporaneo, ricca di spunti di riflessioni per tutte le età, l’opera essendo troppo spessa vista oggi riduttivamente sopratutto come percorso iniziatico per adolescenti.  Per il Flauto Magico tonerà sul podio della Monnaie Antonello Manacorda, così come ad aprile ritornerà, tra gli altri, Evelino Pidò, che dirigerà in forma di concerto “Robert le Diable” di Giacomo Meyerbeer in una versione quasi completa del lavoro che doveva essere un’opéra comique e poi, in corso di scrittura si è trasformata in grand opéra. E, parlando di direttori d’orchestra,  per la prima volta in assoluto alla Monnaie dirigerà un’opera, “La carriera di un libertino” di Stravinsky, la canadese Barbara Hannigan, anche se solo in forma semiscenica, in collaborazione con il Klara Festival.

Dopo diversi i rinvii dovuti ai lavori di rinnovamento alla Monnaie, finalmente, vedrà la luce la nuova produzione “Frankenstein” di Mark Grey, pure fonte d’innumerevoli spunti di riflessione filosofica ed etica, in particolare sulle sperimentazioni, liberamente ispirata al romanzo omonimo, per la regia di Alex Ollé che ne ideato una versione minimalista e cinematografica insieme, con il baritono Scott Hendricks nella parte di Victor Frankenstein e il timbro particolare del tenore filandese Topi Lehtipuu che darà voce alla Creatura. Sempre a causa dei lavori, pure alla nuova stagione è slittata la regia di Krzysztof Warlikowski di “Da una casa di morti”, l’ultima opera scritta da Leóš Janáček ispirata al romanzo di Dostoevskij, coproduzione con il Covent Garden dove l’opera è appena andata in scena, quando originariamente doveva debuttare prima a Bruxelles.

Tre le opere italiane in cartellone: il “Re Orso” di Marco Stroppa da una storia scritta da Arrigo Boito, una prima assoluta per il Belgio; “La Gioconda” di Ponchielli con la regia di Olivier Py, la direzione di Paolo Carignani e nel ruolo titolo il soprano Martina Serafin in alternanza con Beatrice Uria-Monzon; “Don Pasquale” di Donizetti, infine, interpretato da Michele Pertusi, in alternanza con Pietro Spagnoli, regia di Lauret Pelly e sul podio il direttore musicale della Monnaie, Alain Altinoglu. Quest’ultimo dirigerà pure a maggio il “Tristano e Isotta” di Wagner nell’interpretazione del regista cinematografico Ralf Pleger, in collaborazione con l’artista visuale Alexander Polzin. Chiuderà infine la stagione, sotto la direzione sempre di Altinoglu, “La favola dello zar Saltan di Rimski-Korsakov, con il ritorno del regista Dmitri Tcherniakov. 

Affidata alla bacchetta della direttore musicale Altinoglu anche una buona parte dei concerti, quest’anno dedicati principalmente a Beethoven con la particolarità che per ogni spettacolo a due sinfonie del compositore tedesco  sarà affiancata una creazione contemporanea. Previsti anche otto recital, tra cui uno di Anna Caterina Antonacci, e diversi appuntamenti di danza con Anne Teresa De Keersmaekerche che presenterà il suo nuovo spettacolo sui Concerti brandeburghesi di Bach, Sidi Larbi Cherkaoui riproporrà la sua coreografia d’ispirazione tibetana “Sutra”, e un altro coreografo belga, Damien Jalet, farà il suo debutto alla Monnaie con “Vessel” d’ispirazione invece giapponese.

La nuova stagione contiene anche una “community” opera, con la partecipazione di professionisti e appassionati insieme,  si tratta di “Push” di Howard Moody,  basata sulla storia vera di un bambino belga ebreo, Simon Gronowski,  che si è salvato solo perché la madre lo ha spinto, anzi lanciato, fuori dal vagone che li stava portanto allo sterminio, approfittando del fatto che la Resistenza era riuscita temporaneamente a bloccare il convoglio. Presente alla conferenza stampa di presentazione della stagione della Monnaie, l’ottantacinquenne ha commosso tutti i presenti e tenuto a sottolineare come purtroppo storie come la sua non appartengono solo al passato ma è la storia di tutti i bambini ancora oggi vittime della guerra.

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